Catanzaro :: Antropologia. Successo per la prima edizione del Festival .
Emozionante nella parte conclusiva dedicata agli spettacoli nel quadro della migliore edizione di Diagonal Jazz, diretta da Riccardo Maria Mottola, l'omaggio a Curtis Mayfield realizzato dal fascinoso contrabbassista William Parker alla guida di un collettivo di straordinari musicisti ulteriormente impreziosito dalla partecipazione del poeta LeRoi Jones (Amiri Baraka), che la sera precedente aveva risposto con intelligenza e lucidita' su questioni politiche e sociali alla platea di giovani al centro culturale di via Fontana Vecchia. Parker e compagni pongono al centro la complessita' e l'articolazione della musica nera, l'innegabile impatto nei confronti di tutta la cultura americana, il suo essere alternativa e oppositiva, il suo esistere come progetto ma soprattutto come arte di performance e collettiva. Insieme al leader dell'ensamble facevano parte musicisti legati alla scena musicale del dopo free-jazz: l'armoniosa vocalist e ballerina Leena Conquest, il tellurico batterista Hamid Drake, l'eleganza pianistica di Dave Burrell. A questi musicisti (con sezione fiati allargata), si e' aggiunto Amiri Baraka, poeta e drammaturgo, tra i personaggi di spicco della cultura afroamericana dai primi anni Sessanta e ancora oggi mente lucidissima. "La musica che e' passata dalla vita e dall'opera di Curtis Mayfield non puo' essere duplicata", ha spiegato Parker nel backstage, "Curtis non e' stato solamente un autore di canzoni ma un compositore profondo e prolifico di portata rivoluzionaria. Curtis e' stato un profeta, un predicatore e sono certo che anche Obama si e' ispirato a lui per mettere a punto la sua campagna politica".L'antropologo Luigi Lombardi Satriani aveva riassunto i dettagli di questa sfida andando a ripercorrere le tappe che hanno portato alla genesi del festival con la piena disponibilita' del sindaco di Catanzaro, Rosario Olivo, e l'assessore all'Istruzione, Danilo Gatto. "Poteva essere piu' facile farlo altrove, qualcuno mi ha dato del pazzo", ha detto il primo, "invece lo abbiamo voluto qui a Catanzaro, ponendo un primo tassello di quella che ci auguriamo possa diventare una fortezza. La parola chiave che ha guidato il festival e gli interventi di ognuno di noi e' stata di certo 'Ripensare', ovvero ripensare il sud, ripensare le categorie interpretative ed etno-centriche. Questo per evitare di perderci nell'oblio. Abbiamo voluto rendere omaggio a Levi Strauss dedicandogli attenzione critica non certo celebrando un rito di generica e acritica esaltazione". Gli ha fatto eco Gatto: "Ci si e' soffermati su alcune tematiche quotidiane analizzandole pero' sotto una lente antropologica. Scomponendole e rileggendole in chiave critica, con l'intento di offrire sollecitazioni che permettessero di focalizzarci su un dato locale e non globale, all'interno del quale si incrociano escorrono sguardi meticci, con l'auspicio di trasformare il monologo in dialogo. Occorre recuperare questa dialogicita' che invece rischia di perdersi, per non strumentalizzare e prostituire il folklore che dovrebbe invece essere valorizzato al massimo". Nell'ultima giornata, di rilievo l'intervento del professore Antonino Buttitta che con ilarita' e intelligenza ha scomposto la dicotomia tutta occidentale tra oriente ed occidente: "Non bisogna pensare le culture come un blocco monolitico, noi siamo frutto di una molteplicita' di interazioni".