Orsomarso :: Parco del Pollino ucciso dagli speculatori del legno.
ORSOMARSO :: 28/11/2008 :: A volte non riesco a comprendere le ragioni per cui è stato istituito e formato il Parco Nazionale del Pollino e continuo a ripetere un dilemma in eterno: se oltre alla definizione di area protetta si nasconda anche la voce sottile della speculazione del territorio e delle risorse naturali. Dopo anni trascorsi in mezzo a vincoli di ogni tipo e nel rispetto della legge quadro delle aree protette, la realtà che credevo fosse una certezza istituzionale affermata, si è trasformata invece, come d'esempio la scelta fatta al comune di San Donato Di Ninea, in logica speculativa a favore delle multinazionali del taglio boschivo.
E continuo a ripetere allora: a che serve il Parco Nazionale del Pollino? Accolgo con dispiacere la nota di Fare Verde sulla questione della speculazione selvaggia dei boschi della Calvea e del Cozzo del Pellegrino e, allo stesso tempo, con grande sofferenza, raccolgo il grido di aiuto dei cittadini di San Lorenzo Bellizzi, che in questi giorni stanno resistendo alla stessa proposta di speculazione delle risorse arboree, proposta fatta sempre dalla Bio for Energy. Non da meno la resistenza ad oltranza degli amici del Riccio di Castrovillari e del Co.s.a., insieme alla Ola in Basilicata, Italia Nostra e l’associazione di Roberto De Giorgi, contro la centrale del Mercure che minaccia di inquinare tutta l’area attorno a Viggianello (PZ), in pieno Parco. In questi giorni abbiamo camminato lungo i sentieri del CAI del Cozzo del Pellegrino e del monte Palanuda, nei luoghi abbiamo potuto constatare la gravità della minaccia all'ecosistema montuoso attorno all'area del Selvaggio Orsomarso, così come venne definita da Franco Tassi negli anni 70. Oltre all'abbandono totale e ad una mancanza di promozione eco-turistica adeguata, vi è la presenza oltraggiosa di coloro che il bosco non lo concepiscono come sistema ecologico e quindi legato all'economia eco-sostenibile dei luoghi, ma come mezzo di arricchimento personale e di multinazionali legate a doppio filo all'impianto di biomasse che vuole istituirsi presso la centrale del Mercure, a Laino Castello (CS). Questa illusione di ricchezza che non rende ricchi nessuno, nemmeno i comuni che si fanno incantare dalle note musicali ed economiche della Bio-for Energy, società che ha sede principale in Emilia Romagna e non in Calabria, nel comune di Orsomarso, venne fermata da un assemblea di cittadini che chiedevano certezze sulla sostenibilità degli interventi nel territorio. In quel periodo noi de La Scossa, grazie all'intervento del consigliere Cersosimo Angelo e di un gruppo di cittadini e delle associazioni Abystron e Augusto Daolio, mettemmo in difficoltà la società per azioni emiliana, che proponeva di sfruttare le nostre risorse arboree. La ditta non definì con certezza le prospettive economiche per il territorio, razionalmente ne sul piano di gestione forestale, ne sulla bozza di convenzione presentata dalla stessa ditta in modo poco chiaro ed esaustivo al comune di Orsomarso. Ma la bozza di convenzione cadde definitivamente in dibattimento quando presentammo, noi stessi, al Sindaco di Orsomarso la proposta di istituire un Libro Verde e un bozza di piano di gestione forestale e di sfruttamento delle risorse del territorio del valore reale, se autogestito, di oltre quaranta milioni di Euro. Oggi se i cittadini di San Donato di Ninea e di San Lorenzo Bellizzi sapessero che il faggio della Calvea e gli alberi ad alto fusto dei loro territori valgono più dell'offerta fatta dalla bio-for Energy e che una gestione autonoma rende più sostenibile il lavoro di coloro che intendono usufruire della ricchezza dei boschi,cambierebbero opinione e getterebbero quell'offerta alle ortiche. Se gli stessi cittadini di San Donato di Ninea e San Lorenzo Bellizzi sapessero che l'amministrazione comunale ha approvato un piano di gestione forestale di parte e non suffragato da un parere “super partes” di un tecnico nominato ad hoc ed esterno alla trattativa fra amministrazione comunale e ditta proponente, cambierebbero certamente opinione sulla questione ricchezza dei loro monti. E' chiaro! Nel nostro territorio incombe la minaccia e il tentativo di speculazione di multinazionali, lo è chiaramente la dimostrazione e il tentativo dell'Enel di aprire una centrale obsoleta nel mezzo del territorio del Parco e il fatto che, non solo in Calabria, ma in tutta Italia, basterebbe mettere tre metri quadrati di pannelli solari ad abitazione per esportare energia in tutta Europa, ma viviamo in un parte del mondo dove è difficile capirsi e dove conviene non sentire proposte alternative semplici.
Il presidente dell’associazione “La Scossa” Orsomarso Antonio Pappaterra