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Verbicaro: Guardie mediche nell’occhio del ciclone.

VERBICARO :: 19/09/2007 :: In seguito alla notizia che potrebbero stringersi i tempi per un ulteriore dimensionamento delle postazioni di Guardia Medica, Francesco Silvestri, della segreteria dei Democratici di Sinistra del Tirreno cosentino e componente della Direzione provinciale,  interviene duramente sulla questione   dicendo No alla possibilità di sopprimere un servizio vitale come quello di guardia medica  a Verbicaro e in altri centri montani.

Silvestri con toni molto determinati,  lancia un appello a tutti i cittadini, alle istituzioni  e a tutte le forze politiche  di vigilare e di mobilitarsi affinché questo non accada. Proprio Francesco Silvestri alla fine degli anni settanta si fece promotore di una mobilitazione cittadina  e  della  raccolta di duemila firme  per  assegnare a Verbicaro la postazione della guardia medica allora  accorpata  a Santa Maria del Cedro solo perché sulla cartina geografica risultava paese confinante  , senza che ciò tenesse conto della distanza reale  e della  penalizzazione  drammatica dei  cittadini verbicaresi. La posizione geografica in cui si trova Verbicaro, con una distanza  di circa  trenta minuti per raggiungere il presidio di Scalea e  quaranta minuti per raggiungere   a Nord l’Ospedale di Praia e a Sud la clinica Tricarico, penalizza fortemente la popolazione  per   qualsiasi forma di assistenza notturna e festiva, per  qualsiasi intervento urgente o non urgente. La guardia medica in questi trent’anni è stata importantissima sia dal punto di vista psicologico per gli ammalati e per i familiari   sia per  il soccorso reale che    spesso ha salvato delle vite umane. Non si può assolutamente  concepire la politica di dimensionamento  che sta portando avanti nel nostro territorio l’Azienda Sanitaria  su direttive della Regione Calabria e che risponde solo a logiche di calcoli economici, ma il risparmio non può essere fatto sulla pelle della gente, bisogna, quando si fanno le ottimizzazioni, tener conto del territorio, delle distanze reali, della mancanza di strutture alternative, della composizione della popolazione spesso costituita da tantissimi anziani  . La politica non può non tener conto del diritto alla salute di tutti i cittadini, specialmente dei soggetti più  deboli, la politica non può non tener conto delle conseguenze inimmaginabili nel periodo invernale , quando spesso il centri montani  restano  isolati  dalle nevicate .Il dimensionamento delle postazioni delle Guardie Mediche non può essere svincolato dall’analisi e dai bisogni dei singoli territori, se tagli vanno fatti, allora si deve andare a tagliare laddove ci sono enti inutili, laddove ci sono situazioni improduttive. Se sprechi ci sono o ci sono stati nelle Aziende Sanitarie  sicuramente non sono da cercare nel servizio importantissimo, perché vicino alle popolazioni più lontane dai centri di pronto soccorso, e trasparente   di Guardia Medica. Le popolazioni non possono pagare gli errori di governanti di ogni stagione che hanno sperperato tantissimo  danaro pubblico basti pensare ai finanziamenti  dati ad  Istituti religiosi come  il Papa Giovanni XXIII di Serra di Aiello. Le popolazioni  non possono pagare finanziamenti di opere ospedaliere mai attivate, di personale assunto con sistema clientelare, di cliniche private fantasma sovvenzionate con  soldi pubblici e portate avanti  da un  personale non sempre idoneo, scorbutico e infastidito di dover prestare attenzione agli ammalati, di soldi spesi per l’acquisto  di macchinari mai utilizzati che giacciono nei magazzini degli ospedali , delle somme spropositate date ai Dirigenti Generali  e ai vari Direttori. Francesco  Silvestri si rivolge soprattutto all’assessore  alla sanità  Doris Lo Moro, sua compagna di partito, invitandola a tener presente le realtà territoriali e di dare una svolta definitiva ai mali della Sanità nella nostra Regione. Perché a Milano, Bologna, Firenze, Pavia ecc.- si chiede Silvestri- ci sono  tanti poli di eccellenza che funzionano benissimo e nella nostra Regione,  invece , ne esiste solo qualcuno  che si può ritenere degno di tale nome?  Bisogna aver il coraggio di rompere con i sistemi sbagliati sedimentati nel tempo. Bisogna voltare pagina una volta per sempre , se veramente vogliamo una Calabria diversa.