Scalea :: Crollo argine: il Genio Civile prescrive responsabilit? all’amministrazione comunale.
Il Genio Civile nel 2000, rispondendo al comune, che richiedeva di realizzare le opere arginali lungo la sponda sinistra a difesa dell'aviosuperficie, dava parere favorevole ai soli fini idraulici, subordinatamente all'osservanza di alcune condizioni specificate. Fra queste, Il Comune di Scalea, oltre a rispettare le leggi in materia di pulizia idraulica, di bonifica e di verificare preventivamente gli equilibri dell'argine opposto a quello della pista d'atterraggio, secondo la nota 6125 dell'Ente preposto, doveva attenersi ad osservare la condizione n.6 del nulla osta, che diceva: “nel caso di eventuali danni alle opere, in conseguenza ad eventuali danni di eventi alluvionali o altre calamità, dovrà ritenersi quest'Ufficio, (il Genio Civile competente), sollevato da qualsiasi obbligo d'invertenti”. Inoltre, nella condizione n.7 veniva specificato: “codesto comune dovrà provvedere periodicamente ad effettuare adeguati interventi di manutenzione finalizzati ad evitare l'accumulo dei depositi lungo il tratto d'alveo compreso fra il ponte della ferrovia e la variante SS18, in modo che la nuova sezione idraulica, definita dall'argine destro esistente e le opere arginali che si andranno a realizzare in sinistra lungo il nuovo limite catastale stabilito dalle precitate sentenze, in qualsiasi periodo dell'anno sia libera da ogni ingombro (vegetazione spontanea, materiale alluvionale ecc. ) onde consentire il normale deflusso delle acque”. Nel nulla Osta che autorizzava l'amministrazione comunale a realizzare gli argini e la struttura nel letto del Fiume Lao, in pratica erano prescritte norme e regole che, se venivano adottate periodicamente, potevano delimitare enormemente il danno dell'alluvione dei giorni scorsi. Visto che il Sindaco di Scalea, dalle dichiarazioni delle ultime interviste televisive, si ritiene proprietario dell'infrastruttura, anche se i veri titolari dovrebbero essere tutti i comuni del comprensorio, si deduce che l'inottemperanza delle prescrizioni del Genio Civile, volte a prevenire, prima di ogni cosa, il danno da alluvione, siano causa stessa di incuria da parte dell'amministrazione comunale che aveva l'obbligo di attenersi all'osservanza delle condizioni scritte nel nulla Osta ai fini idraulici, concesso, all'epoca della costruzione, dall'ufficio della Regione Calabria. Bisogna anche considerare che il muro d'argine crollato dell'aviouperficie, probabilmente, non ha fondamenta e non è stato progettato a regola d'arte per supportare livelli di piena abbondante, cosa che mette in piedi enormi dubbi sulla qualità del servizio che dovrebbe rendere la pista d'atterraggio. Per questo chiedo al Sindaco di Scalea, se aveva previsto un intervento periodico di manutenzione dell'alveo e dell'arginatura del fiume Lao come prescritto dal Nulla Osta? Se il muro realizzato è stato edificato tenendo conto delle prescrizioni della Regione Calabria e se ritiene che il crollo non sia dovuto soltanto alle piene del fiume, trascurate dall'amministrazione comunale? Voglio ricordare che, in base al Nulla Osta concesso dal Genio Civile, la regione Calabria non ha nessun obbligo finanziario per il ripristino dell'infrastruttura dovuta a danno di alluvione e che per costruire l'opera più importante del comprensorio sono state sventrate intere colline, in c.da Marina nel comune di Orsomarso e sotto l'ospedale di Scalea, salendo per la località Petrosa, lasciando interi territori abbandonati al dissesto idreogeologico come spesa ulteriore per i cittadini, da aggiungere ai 26 miliardi di lire utilizzati per fare un aviosuperficie fantasma.
Il presidente dell'associazione “La Scossa” Antonio Pappaterra