Pizzo Calabro :: I Ris sono a caccia dei resti di Gioacchino Murat.
Trovare il suo scheletro non sarà facile: ecco perché
gli organizzatori della ricerca hanno chiesto (e ottenuto) l'aiuto tecnico della Rodeco, una società specializzata nell'uso di tecniche non invasive e non distruttive per compiere l'indagine geofisica del sottosuolo della Chiesa di San Giorgio. La tecnologica radar – spiegano gli organizzatori – consentirà di studiare il sottosuolo e le opere di ingegneria civile attraverso l'analisi delle modalità di propagazione delle onde elettromagnetiche. A quel punto, visto che Murat era alto un metro e ottanta, mentre al tempo l'altezza media non superava i 160 cm, i suoi resti dovrebbero essere facilmente identificati. Il progetto è interamente finanziato dal comune di Pizzo che ha accolto un progetto presentato dall'associazione «Gioacchino Murat» di Pizzo. La comparazione del Dna sarà affidata i carabinieri del Ris di Messina. Individuare e riportare alla luce i resti di «Gioacchino Murat» è una idea che il sindaco Nicotra e una specie di «fissazione» dei suoi concittadini. In passato sono stati fatti negli anni due tentativi di recuperarli – nel 1899 e nel 1976 – tutti miseramente falliti.