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Diamante :: Truffa ed estorsione alla Famiglia Marra: Avvocato Campano condannato.

DIAMANTE :: 17/07/2009 :: L’ottava Sezione penale della Corte d’Appello di Napoli, in parziale riforma della sentenza emessa dal G.U.P. di Santa Maria Capua Vetere, ha condannato l’avv. Vincenzo Russo del Foro di Santa Maria Capua Vetere, a 3 anni ed 8 mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese legali, confermando l’originaria contestazione di tentata estorsione e truffa nei confronti della famiglia Marra di Diamante, nonché dell’avv. Lucia Zanettin del Foro di Vicenza, tutti costituiti parte civile col patrocinio dell’avvocato penalista Francesco Liserre, il quale ha espresso vivissima soddisfazione per la decisione della Corte partenopea.

I fatti, oggetto del presente procedimento penale, hanno suscitato ampio clamore a livello nazionale e hanno riguardato una squallida truffa e successive richieste estorsive perpetrate dal legale campano ai danni della famiglia Marra e dell’avv. Zanettin, anche con l’invio di un proiettile in una busta chiusa. Ricordiamo che, in data 26 marzo 2000, a seguito di un sinistro stradale occorso in Noventa Vicentina (VI), decedeva la signora MARRA Teresa unitamente al proprio figlioletto CAROPRESE Vincenzo. Pertanto, gli eredi Marra conferivano mandato difensivo all’avv. Russo, dagli stessi considerato una persona di famiglia, il quale si offriva di patrocinare, gratuitamente, una causa civile contro l’assicurazione, già iniziata dall’avv. Zanettin di Vicenza. L’avv. Russo, pertanto, si faceva rilasciare, dagli eredi Marra, una procura generale alle liti per fargli  percepire, a suo dire, più di un miliardo delle vecchie lire. Tale atto si rivelerà, ben presto, per la famiglia Marra, un assegno in bianco dagli effetti devastanti. Infatti, il predetto avvocato, recandosi nella loro abitazione come un fratello e intrattenendosi sistematicamente tra pranzi e cene, riusciva ad appropriarsi dell’intera somma risarcitoria con una grossolana falsificazione della procura generale notarile che espressamente gli vietava, la facoltà di incassare e quietanzare per conto dei suoi assistiti. Tuttavia, il Russo, definiva il sinistro con l’assicurazione appropriandosi, interamente, dell’importo di 470 milioni di lire. Il Russo si recava spudoratamente in Diamante, circondato dalle premure della  famiglia Marra, rassicurandoli che la causa di risarcimento nei confronti della Lloyd procedeva brillantemente. Per mera fatalità, cercando spiegazioni sulle lungaggini di un’azione risarcitoria della quale non avevano più contezza, gli eredi Marra apprendevano, tra incredulità e sconcerto, che il sinistro relativo alla morte dei propri congiunti era stato definito, già da tempo e a loro insaputa, con diversi pagamenti in favore dell’avv. Russo. Una complessa e brillante attività istruttoria da parte della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, supportata da indagini difensive dell’avv. Liserre,  culminava nella perquisizione dello studio del  legale campano ove venivano sequestrati tutti gli arnesi del mestiere utilizzati dal medesimo legale per la falsificazione della procura notarile. In primo grado, il G.U.P. presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, accogliendo pienamente le richieste del penalista Francesco Liserre, condannava l’avv. Russo alla pena esemplare di anni 4 e mesi 8 di reclusione oltre alle spese di costituzione di parte civile e ad una provvisionale, disponendo, sempre su richiesta dell’avv. Liserre, il sequestro conservativo di beni immobili e conti correnti intestati al legale campano per un ammontare complessivo di circa un milione di euro. L’avv. Russo proponeva appello a questa sentenza, continuando ad inviare  lettere di minacce di morte alla famiglia Marra. Ieri la sentenza della Corte d’Appello di Napoli che, accogliendo la tesi dell’avv. Liserre, contrariamente alla richiesta di prescrizione avanzata dal Procuratore Generale e a quella di assoluzione perorata dall
a difesa dell’imputato, in riforma della sentenza del G.U.P. di Santa Maria Capua Vetere, ha dichiarato la prescrizione del solo reato contravvenzionale meno grave di detenzione di munizioni, confermando, nel resto, tutta la sentenza di primo grado in ordine ai reati di tentata estorsione e truffa, nonché tutte le statuizioni civilistiche in ordine al sequestro conservativo dei beni, condannando, l’avv. Vincenzo Russo, a tre anni ed otto mesi di reclusione oltre al pagamento delle ulteriori spese nei confronti delle costituite parti civili, eredi Marra, avv. Zanettin e compagnia assicuratrice.