Gioia Tauro :: Droga: sequestro record, 1000 kg.
Alla operazione, illustrata oggi al comando provinciale dei carabinieri di Roma – alla presenza del pm aggiunto della Dda di Roma, Giancarlo Capaldo, e del comandante provinciale dei carabinieri di Roma, Maurizio Mezzavilla – hanno collaborato i militari del comando provinciale di Reggio Calabria, e gli agenti del Servizio Antifrodi doganali, delle dogane portuali. Si apre, con questo sequestro, una nuova pista di indagine nel narcotraffico: con una rotta inedita. Imbarcata su una nave italiana, la droga, di origine presumibilmente colombiana, proveniva dal Brasile, per raggiungere il Norditalia e il Nordeuropa, le piazze della Lombardia, dell'Olanda e della Gran Bretagna. ''Siamo di fronte a una nuovo flusso del narcotraffico, a una nuova via di gestione della droga'', ha spiegato il pm Capaldo. Per il mercato nordeuropeo, ha chiarito, i porti di riferimento erano, in passato, quelli olandesi, non Gioia Tauro. Nonostante la scoperta, non sara' possibile, neppure in futuro, procedere a controlli a tappeto sui container in arrivo in Calabria: i controlli sono random, hanno spiegato gli inquirenti, e sarebbe ''impossibile'' sottoporre allo scanner tutti i carichi in arrivo nella vasta area portuale della citta'. L'operazione di trasferimento dei container ai raggi della tecnologia richiederebbe ''troppo tempo''. ''E' stata una indagine molto rapida'', ha detto fra l'altro il pm, intervenendo a una conferenza stampa a Roma. Indagine avviata, ha sottolineato, grazie a una segnalazione della Soca, la Serious Organised Crime Agency della Gran Bretagna. Gli inglesi avevano infatti lanciato un avvertimento circa il possibile sbarco di una partita ingente di droga in uno dei porti italiani; i controlli, effettuati in diverse citta', hanno portato all'individuazione di un container sospetto, accompagnato da documentazione incompleta. Sottoposto alla prova degli scanner, il container ha mostrato contrasti, ritenuti peculiari, fra le zone metalliche, di alcuni carrelli di uso agricolo, e il contenuto, la droga. Si e' proceduto cosi' all'apertura: una giornata di lavoro, con la fiamma ossidrica, ha permesso alle forze dell'ordine di entrare in possesso di 1.000 panetti di cocaina, da un chilogrammo ciascuno. Immessa sul mercato, nella vendita al dettaglio, la droga sequestrata avrebbe potuto fruttare fino a 200-250 milioni di euro. Le dimensioni dell'affare si possono calcolare, hanno spiegato gli inquirenti, se si considera il trattamento di favore che riceve un acquirente all'ingrosso dai narcotrafficanti sudamericani. Il guadagno salta agli occhi, nelle cifre ipotizzate dagli inquirenti: se chi compra, ad esempio, paga 10 mila euro al chilo, e poi vende sul mercato a 40 mila euro, ha un guadagno di 30 mila euro. Va anche tenuto presente che 1000 chilogrammi di cocaina, tagliati, diventano 3-4 mila chili. Il valore dunque, con la quantita', aumenta in modo considerevole. Un sequestro del genere non intacca il mercato d'origine, e' stato spiegato fra l'altro dal pm, mentre rappresenta un durissimo colpo per i criminali che gestiscono il traffico in Italia e in Europa.