fbpx

Rende :: Università: conferita la laurea in “Filologia moderna” a Saverio Strati.

RENDE :: 14/12/2010 :: Ieri pomeriggio, al termine di una sobria cerimonia, allo scrittore calabrese  Saverio Strati, uno dei più originali narratori italiani del Novecento, è stata conferita la laurea Honoris Causa in Filologia moderna. Un prestigioso riconoscimento per l’86enne scrittore reggino, che ha visto partecipe l’intero corpo docente della facoltà di Lettere e Filosofia convenuto nell’Aula Caldora.

I lavori della seduta di laurea sono stati introdotti dal Preside, prof. Raffaele Perrelli, il quale ripercorso brevemente le tappe che hanno portato all’approvazione del riconoscimento: <<frutto di un movimento d’opinione dell’Ateneo – ha dichiarato il docente – al quale si sono appoggiate le forme più sane della cultura e del giornalismo calabrese>>.

Dopo i saluti del prof. John Trumper, decano della Facoltà e delegato dal rettore, prof. Giovanni Latorre, impossibilitato a partecipare per sopraggiunti impegni istituzionali nella Capitale, è toccato alla Prof.ssa Margherita Ganeri, docente di Letteratura Italiana contemporanea, la lettura della motivazione della laurea honoris causa. <<Strati – ha dichiarato la docente – è senza alcun dubbio uno scrittore di assoluto rilievo, al quale si può tranquillamente attribuire la definizione di ultimo tra i veristi, originale e coerente con le sue idee, intellettuale libero, dalla fitta produzione letteraria, affatto provinciale che, a partire dagli anni 90, ha pagato un duro pegno alla emarginazione editoriale. Un artista dalla solida formazione autodidatta che ha saputo mostrare il suo sguardo lucido sugli eventi della realtà calabrese, che ha colto il fenomeno antropologico della ’ndrangheta, dalla marcata modernità e di alto spessore critico. In Strati – ha continuato la prof.ssa Ganeri – è centrale il tema dell’emarginazione e con i suoi innesti di parlato dialettale, con le sue distorsioni sintattiche è riuscito ad offrire immagini realistiche e straslate della  Calabria, rinnovandone la cifra scrittura, offrendo immagini allegoriche di tutti Sud del mondo che questa terra raccoglie, ed esercitando una fondamentale leva culturale per alimentare interesse nei lettori delle giovani generazioni>>.

La Laudatio è stata affidata al prof. Vito Teti,  ordinario di Discipline Demoetnoantropologiche.  <<Strati – ha dichiarato il direttore del dipartimento di Filologia – ricopre un ruolo originale e di primo piano dentro la grande tradizione del realismo meridionale e ha saputo narrare magistralmente luoghi della Locride, osservando con scrupolo la fatica, la cultura, le sofferenze, le nostalgie, il progressivo mutamento antropologico dei calabresi. Negli anni settanta – ha continuato il docente – Strati ha colto sul nascere, in presa diretta, con grande capacità artistica, gli esiti devastanti di una modernizzazione selvaggia e criminale e il degrado morale che colpiranno in profondità la regione e la nazione nei decenni successivi.

La laurea ad honorem che gli viene attribuita quest’oggi – ha dichiarato ancora Teti – è un attestato di stima e gratitudine per uno degli scrittori più rappresentativi del secondo Novecento italiano, uno scrittore schivo e appartato, lontano da salotti, da mode letterarie e da circuiti editoriali, con forte senso civico e una grande onestà intellettuale.

Con questa iniziativa, da lungo tempo coltivata – ha proseguito Teti – la Facoltà di Lettere e Filosofia, intende riconoscere se stessa come luogo di sapere e di produzione culturale, ma anche come istituzione culturale e pubblica aperta, legata, fortemente, al contesto in cui opera. A dispetto di localismi e chiusure, dell’espulsione dall’agenda politica dei temi del lavoro, dell’istruzione, dell’occupazione, della questione meridionale, dei bisogni delle nuove generazioni. Questa laurea non aggiunge, probabilmente, molto a Strati, scrittore e uomo, diventa importante per l’idea che la nostra Facoltà ha di sé, della letteratura, dell’istruzione. Il conferimento della laurea, in assenza dello scrittore, che sentiamo profondamente vicino – ha dichiarato infine Teti – costituisce un punto di arrivo e di partenza e la Facoltà di Lettere e Filosofia si sente profondamente impegnata a far si che le opere di Strati vengano studiate e divulgate con ulteriore convinzione e necessaria profondità, perché diventino un bene pubblico, un bene comune, da consegnare a tanti, e in primo luogo alle giovani generazioni delle Università e delle scuole calabresi e italiane>>. 

E’ toccato, infine, ad una emozionata Palma Comandè, nipote dello scrittore (rimasto nel suo ritiro di Scandicci, nella campagna toscana, per i suoi gravi problemi di salute) portare il saluto dello scrittore e il ringraziamento per il gradito riconoscimento: <<ricevuto da una terra spesso matrigna ma che a volte sa dare il meglio di sé e da parte di un Ateneo dallo sguardo attento sul territorio. oggi mi sento orgogliosa di essere calabrese – ha concluso la Comandè.

La riuscita giornata si è conclusa con la rappresentazione, nel piccolo teatro dell’Unical, dell’opera teatrale: “Il ritorno del soldato”, scritta a due mani dallo stesso autore e da Vincenzo Ziccarelli, suo grande amico ed estimatore.