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Catanzaro :: Navi dei veleni: è un problema di tutto il Mediterraneo.

CATANZARO :: 15/09/2009 :: ”È l’intero Mediterraneo, dall’Adriatico al Tirreno dal Canale di Sicilia all’Egeo, ad essere coinvolto nell’inabissamento delle navi dei veleni, problema che oggi si presenta in Calabria, scoperto grazie alla testardaggine della Procura di Paola e della Regione. Senza un meticoloso lavoro di indagine della magistratura, con la necessaria verifica strumentale ottenuta dalla Regione Calabria, non si sarebbe giunti alla scoperta della Cunski.

Ora che il velo è stato alzato bisogna realizzare una mappa mediterranea, perchè mancano all’appello forse trenta mercantili utilizzati per far sparire rifiuti tossici, nocivi e radioattivi”. L’appello è dell’assessore all’ambiente della Calabria, Silvio Greco, che ha messo a disposizione della Procura di Paola il robot sottomarino che ha individuato il relitto probabilmente della Cunski, carica di bidoni velenosi. “Non voglio essere pessimista – ha detto Greco – ma è solo grazie al lavoro della Regione Calabria che è stata individuata la nave dei veleni davanti a Cetraro. Serve avere altre informazioni, perchè si può ipotizzare che all’appello manchino ancora 30 mercantili affondati in altre parti del Mediterraneo”. Su questi temi il 23 settembre è stata convocata a Roma una riunione della Commissione Ambiente e Protezione Civile degli assessori regionali, di cui Silvio Greco è coordinatore. “Questo inquinamento riguarda tutte le Regioni, non solo rivierasche, perchè i traffici illegali di rifiuti non hanno confini. Ma da sole non possiamo farcela né nella ricerca dei relitti, né nella bonifica. Dalla vicenda calabrese – ha affermato Greco – si possono trarre alcune considerazioni che valgono per tutti i mercantili usati per questo business criminale e che inevitabilmente riportano a responsabilità nazionali ed internazionali. Se nel mare di Cetraro, come sembra, c’è il relitto della Cunski, per lo Stato ci troviamo davanti ad un naufragio mai iscritto nei registri delle Capitanerie di Porto, perchè quella nave risultava ufficialmente rottamata il 23 gennaio 1992 in India, nell’area di smantellamento di Alang, nel distretto di Bhavnagar. Insomma, qui le complicità sono globali come il pericolo di questi rifiuti inabissati. Se il Governo italiano non si muoverà – ha concluso Greco – le nostre Regioni dovranno promuovere un incontro con Francia, Spagna, Grecia, Malta e Slovenia, paesi coinvolti dalle navi dei veleni. Dobbiamo chiedere l’intervento straordinario della Commissione Europea, per sapere dove si trovano i relitti ed avviare le operazioni di recupero e smaltimento. È evidente che questi rifiuti creano un problema all’interno dell’ecosistema mediterraneo e quindi a tutta la popolazione dei 22 paesi rivieraschi”. Intanto arrivano i primi impegni del Governo per intervenire sul fronte delle navi dei veleni affondate in Calabria, a partire da quella ritrovata nei fondali cosentini. La Regione Calabria ha raggiunto il risultato con il Ministero dell’Ambiente, a seguito degli incontri che oggi ha avuto a Roma l’assessore all’ambiente Silvio Greco. Prima con il vice-capo di Gabinetto del ministro, poi con i direttori generali del Ministero ed i tecnici dell’Ispra è passata la linea di attivare una piena collaborazione tra gli organismi nazionali, la Regione e l’Arpacal. “Due gli accordi raggiunti a Roma – ha detto Greco – per non lasciare la Regione ad affrontare da sola questa emergenza, senza i mezzi e le competenze necessarie”. Il primo accordo riguarda l’impegno del Ministero dell’Ambiente per la “caratterizzazione” a terra, attraverso indagini ed analisi da realizzare in collaborazione con Arpacal. Il secondo è un intervento a mare con la nave “Astrea” dell’Ispra, per effettuare rilevamenti su ogni tipo di campione in grado di fornire informazioni sulle tipologie e la diffusione degli inquinanti contenuti nei bidoni della stiva di quella che ormai sembra essere la nave fantasma Cunski. Un mercantile di 120 metri ufficialmente demolito in India, ma affondato dalla &l
squo;ndrangheta davanti alla costa di Cetraro. Questa parte della ricerca avrà la supervisione dell’assessore all’ambiente della Calabria, Silvio Greco. “Fino ad oggi non era un risultato scontato questo primo impegno dello Stato -ha dichiarato Greco – in quanto è da anni che in Calabria la magistratura è a conoscenza di almeno tre affondamenti sospetti di navi con rifiuti pericolosi e tossici, ma per le indagini non erano mai stati forniti i mezzi, le risorse e gli strumenti necessari per scoprire la verità”. Mentre questo accade l’europarlamentare calabrese Mario Pirillo, in un’interrogazione firmata anche da altri sette colleghi, chiede alla Commissione europea di “intervenire per verificare la gravità dell’impatto ambientale” che potrà avere il ritrovamento del relitto della nave affondata nel Tirreno calabrese. “La recente scoperta del relitto di una nave nel fondale del Mar Tirreno antistante la città di Cetraro – si legge nell’interrogazione – che trasportava circa 120 fusti di materiale tossico, ripropone un duplice problema, quello del trasporto e smaltimento di rifiuti pericolosi e quello del traffico illegale degli stessi”. “Non ritiene la Commissione – chiedono i parlamentari – di dover intervenire per verificare la gravità dell’impatto di questi rifiuti sull’ambiente marino? Non ritiene, inoltre, la stessa di dover attivare un monitoraggio sullo stato di salute dei nostri mari, posto che episodi di questo genere si sono già verificati?”. “Si teme – si aggiunge nel documento – che l’affondamento di questa nave sia stato volontario per evadere le procedure sullo smaltimento dei rifiuti altamente pericolosi. Le autorità italiane, inoltre, ritengono sia stato un episodio collegato al traffico gestito dalle eco-mafie europee. Non ritiene la Commissione europea di compiere degli studi specifici e rafforzare il monitoraggio e la cooperazione giudiziaria anche in questo settore?”. Sul ritrovamento di una nave mercantile al largo del Tirreno cosentino il parlamentare del Partito Democratico Nicodemo Oliverio, capogruppo in Commissione Agricoltura alla Camera, è intervenuto oggi in aula, a Montecitorio, chiedendo al Governo interventi urgenti. Sulla stessa vicenda domani è in programma un question time del Pd. “Sabato scorso, grazie all’intervento della Regione Calabria, richiesto dalla magistratura di Paola – ha detto Oliverio – nelle acque marine antistanti Cetraro, centro turistico della costa tirrenica cosentina, è stato individuato il relitto di una nave mercantile, lunga circa 120 metri. C’è il fondato sospetto che dentro vi siano dei fusti contenenti scorie radioattive, come dichiarato da un pentito di ‘ndrangheta, che avrebbe partecipato all’affondamento della nave. Da quanto si è appreso, nei mari calabresi si presume che ci sarebbero altri quattro relitti di nave cariche di scorie radioattive ubicate a Capo d’Armi, Amantea, Isola Capo Rizzuto e Soverato. Tale scoperta è stata possibile portarla a termine grazie al lavoro intelligente e fecondo portato avanti dalla Magistratura calabrese che ha saputo coordinare fonti di informazioni, attività investigative e concrete azioni, supportate, anche tecnicamente, dalla Regione Calabria, ed in particolare dall’Assessore all’Ambiente, Silvio Greco. Alla Magistratura calabrese, a tutte le forze dello Stato impegnate concretamente in questa complessiva operazione – ha aggiunto l’esponente del Pd – va la nostra immensa gratitudine e l’invito a proseguire nel lavoro”.