Morano Calabro :: Piano del Parco, le osservazioni e le proposte dell'Amministrazione comunale.
La “strategia terapeutica” per rilanciare l’area protetta più estesa d’Europa ha radice in un’“etica ecologista e solidale, che scaturisce dall’abitare tutti lo stesso pianeta”. “Formuliamo – asserisce infatti Tramaglino – osservazioni consapevoli, basate su un principio che ahinoi alle opposizioni sembra non essere comprensibile. Opposizione che in pochi anni di governo è riuscita ad attuare politiche di prevaricazione nei confronti dei gruppi organizzati e della cittadinanza. Siamo andati in Consiglio, con documentazioni puntuali ed intuitive: non servono numeri per affermare osservazioni sostanziali e formali”. Le proposte di modifica ed integrazione al Piano sono più di venti. Eccone in sintesi i più significativi, che interessano soprattutto la contrada Campotenese, sia in termini di sviluppo eco-compatibile sia per quanto attiene ai servizi. In primo luogo si fa rilevare come “allo strumento non sia allegato uno studio del tessuto socio-economico del territorio e come l’analisi conoscitiva si fondi solo su dati ISTAT 2000; inoltre “manca una carta degli Usi civici”. A detta di Tramaglino “il Parco deve ricostituire l'unità territoriale mediante la realizzazione e la valorizzazione di una rete di sentieri (non viene neanche menzionato e tanto meno indicato nelle tavole il sentiero Italia). Da qui il suggerimento di “intervenire sul quel sentiero e sul colle di Gaudolino”. Poi le richieste all’Ente calabro-lucano: di “eliminare l'abusivismo che ha avuto come conseguenza la nascita di nuclei edilizi di scarsa qualità, spesso ospitanti attività
produttive incompatibili con il Parco, (la centrale del Mercure ne è l’emblema); di sviluppare un'agricoltura del consumo critico, con il sostegno della “filiera corta”; di prevedere nella sottozona D.3 un Mercato contadino itinerante ed un mercato senza commercianti, luoghi, cioè, dove i coltivatori stessi, costruiscano una rete di scambio alternativa; che il Marchio del Parco sia una garanzia di qualità per i cibi e la maniera in cui sono coltivati; che sia il Parco ad istituire il Distretto rurale; di ampliare i confini e riconnettere quelle aree ad alto valore ambientale e culturale attualmente separate dal centro storico di Morano, ciò anche nel rispetto di una volontà già espressa dalle passate amministrazioni; un apposito articolo sul Governo del bosco ed una Carta Forestale; che il Piano tenga in considerazione la legge della Montagna n. 91/94”. Sotto l’aspetto propriamente tecnico si fa notare, poi, che nel Piano “la base cartografica non è ufficiale ed è completamente priva di qualsiasi riferimento convenzionale; e che non esiste una Carta Pedologica né e la Carta delle potenzialità e degli usi reali dei suoli”. “Noi – conclude Tramaglino – non abbiamo la presunzione di sostenere che le nostre osservazioni rappresentino il meglio e tutte le sensibilità moranesi. Ma di fronte, ad una opposizione che si presenta in Consiglio, senza idee, evidenziando limiti conoscitivi ed affermando addirittura che i vincoli ambientali vanno cancellati perché impediscono la speculazione, riteniamo non possa esserci un confronto efficace e tale da rispondere a questa importante sfida da affrontare insieme.