Catanzaro :: Il 9 aprile manifestazione contro la precarietà.
CATANZARO :: 28/03/2011 :: Il 9 aprile in ogni capoluogo della Calabria e' prevista una mobilitazione generazionale contro la precarieta'. L'iniziativa dal nome "Il nostro tempo e' adesso, la vita non aspetta", indica (cosi' come riportato nell'appello nazionale) che "non c'e' piu' tempo per l'attesa.
E' il tempo per la nostra generazione di prendere spazi e alzare la voce. Per dire che questo Paese non ci somiglia, ma non abbiamo alcuna intenzione di abbandonarlo. Soprattutto nelle mani di chi lo umilia quotidianamente'. L'iniziativa e' stata ideata da un gruppo di lavoratori di vario genere, tra cui archeologi, giornalisti, ricercatori, imprenditori, avvocati, scrittori, operatori dello spettacolo, operatori call center; tutte persone che vivono quotidianamente sulla loro pelle la precarieta'. Ed in pochissimo tempo hanno fatto rete numerosissimi gruppi, associazioni, lavoratori e liberi cittadini tutti precari. Tra i quali: Nidil Cgil Nazionale, Coordinamento Precari Flc Modena, Giovani Comunisti, Italia dei Valori, Sel, Coordinamento precari Universita', Diversamente occupate, Giovani NON + disposti a tutto, Associazione nazionale archeologi, coordinamento giornalisti precari della Campania, Arte della Resistenza, Articolo 21, Pugliamo l'Italia, Phonemedia Cz in lotta, Popolo Viola, Fabbriche di Nichi, Il Fatto Quotidiano e tanti altri. Hanno prontamente manifestato la loro condivisione e partecipazione anche molti nomi noti tra i quali Ascanio Celestini, Margherita Hack, Ottavia Piccolo, Michele Serra, Dario Vergassola, Dario Fo, Daniele Silvestri, Sabina Guzzanti, Vladimir Luxuria. In pochissimo tempo l'idea e' stata condivisa e appoggiata da moltissime realta', al punto da indurre i promotori nazionali a realizzare iniziative a livello territoriale. Diversi i comitati spontanei sorti nelle varie province italiane. A Catanzaro l'appello e' stato immediatamente colto dai lavoratori di Phonemedia, che da oltre un anno vivono in una situazione di precarieta' sociale. Dopo aver visto svanire nel nulla la propria azienda, dopo mesi senza stipendio, da oltre un anno vivono di un incostante sostegno al reddito, senza alcuna prospettiva futura. Eppure Phonemedia ed il dramma vissuto dai suoi lavoratori rappresenta solo una parte della precarieta' dilagante che attanaglia la realta' lavorativa calabrese. Quella precarieta' che non e' da intendersi esclusivamente come incertezza contrattuale, ma da considerarsi come insicurezza lavorativa in genere. Precarieta' contrattuale, salariale, lavorativa, che di fatto fanno apparire l'intera collettivita' come avvolta da una precarieta' sociale.