Cosenza :: Chiappetta (Pdl): ‘D’Attorre attacca Scopelliti per ottenere visibilità’.
COSENZA :: 10/12/2012 :: «Al commissario D’Attorre – epigono non proprio efficace del segretario nazionale del Pd – vorrei dire che i voti non si chiedono per conto terzi, né tanto meno si ottiene la fiducia su mandato altrui. Il rapporto elettorale e fiduciario si instaura sulla base di un percorso segnato dalla presenza, dall’impegno, dalla riconoscibilità e dai risultati. Cose che evidentemente contraddistinguono il percorso del presidente Scopelliti, di noi che siamo in prima fila nel governo di una Regione con molti problemi, ma anche di quelli che nel Pd hanno saputo misurarsi con l’elettorato e sono stati chiamati ad un ruolo di rappresentanza».
Così il capogruppo alla Regione del Pdl, Gianpaolo Chiappetta, replica al commissario regionale del Pd. «È una dinamica che al professore D’Attorre – aggiunge – evidentemente sfugge, ma è assolutamente lecito che lo sia considerata la genesi del suo attuale incarico. Comprendiamo pero’ che le dichiarazioni di oggi, come quelle di qualche giorno fa, abbiano come unica cifra quella di un aspirante candidato che legittimamente, anche se con argomenti privi di aderenza alla realta’, cerca visibilita’ estremizzando analisi, proposte e conclusioni. Per quanto mi riguarda ho sempre rivolto alle forze di opposizione un preciso e chiaro appello al lavoro comune. L’ho fatto in tempi non sospetti nella certezza che il momento attuale della Calabria dovesse essere affrontato, in ordine a determinate materie, con una necessaria ed auspicabile condivisione tra le forze politiche».
«A D’Attorre – dice ancora Chiappetta – vorrei dire che il tema non riguarda la buona educazione. La sua proposta era irricevibile per un elemento di assoluta evidenza: i percorsi legati alle riforme e ad alcuni problemi particolarmente complessi andavano, ed andrebbero ancora, condivisi a prescindere e nell’interesse della Calabria. La sua posizione era: lavoriamo insieme ma subito dopo si corra alle urne. Se D’Attorre intende questo come una posizione politica ragionata ed utile ai calabresi bontà sua, glielo lasciamo credere. A noi, nonostante le sue costanti dichiarazioni in senso opposto, una cosa è estremamente chiara: il commissario del Pd rimprovera agli altri scelte e percorsi che invece gli appartengono. E sì perché è assolutamente chiaro che non sono gli altri a occuparsi di Calabria per poter andare a Roma. Forse questo ragionamento è più adatto alla sua nomina, al suo ruolo ed in definitiva ai suoi interventi; sciocco non è avanzare una proposta ma ripeterla continuamente senza confrontarsi con le argomentazioni che le si sono opposte».