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Praia a Mare :: Tavolo Massicci: Praia no CAPT ma ospedale per zona disagiata.

PRAIA A MARE :: 18/11/2013 :: La voce del SEL sulla “questione” ospedale. La Marcia della salute ha fatto, domenica 17 novembre la sua tappa a Praia a Mare e sabato 23 c.m. giungerà ad Acri. L’iniziativa di ieri prova a smuovere le coscienze addormentate dei tanti rappresentanti istituzionali, della componente dirigenziale delle Asp e soprattutto del governatore della regione Calabria, a cui, i componenti della sua giunta, spesso giungono a Praia a Mare per passerelle serali prive di contenuti.

Più volte nel dibattito si è parlato del diritto alla salute che a Praia a Mare purtroppo, con lo smantellamento della struttura, adibita a casa della salute non è garantito. Se il diritto alla salute è sancita dalla nostra costituzione va da sé che la sanità debba essere di qualità e garantita per tutti: nessuno escluso ed in queste condizioni, in cui siamo ora, non abbiamo una sanità di qualità che riesca a garantire la nostra incolumità.

Infatti, quasi quotidianamente, le morti che avvengono sul territorio, fanno discutere sul problema della mancanza di un idoneo sistema di emergenza, del ritardo dei mezzi di soccorso e delle  enormi distanze che ci separano dagli ospedali più vicini. In queste condizioni, il diritto alla salute non è garantito anche per i casi apparentemente più semplici.

Anche oggi l’ennesimo caso di un padre di famiglia che muore prima di giungere all’ospedale più vicino; l’ennesima tragedia familiare a cui l’intera comunità non riesce a darsi pace. E’ una questione di logica: le morti quotidiane confermano la mancanza di un sistema efficace ed efficiente capace di fornire le prime cure a chi viene colpito da malore nell’alto tirreno cosentino.

Oramai è appurato da tutti; basterebbe attuare la proposta che il gruppo SEL ha, per il tramite dell’onorevole Aiello, fatto pervenire alla discussione del Tavolo massicci nella riunione di luglio 2013. Il tavolo massicci, in quella seduta, riconosce alcuni limiti dell’attuale sistema sanitario per gli ospedali di frontiera tant’è che  la seguente dicitura estrapolata dalla relazione “in via generica si prevede che Trebisacce e Praia a Mare, che dovevano diventare CAPT, possano diventare ospedali di zona disagiata.” fuga ogni dubbio sulla necessità di avere un ospedale a Praia a Mare.

Gli interlocutori della regione sono sordi alle palesi evidenze provenienti a voci unanime da più fronti sulla necessità del ripristino dell’emergenza, riconosciuta dai tanti e soprattutto da Roma. Noi non comprendiamo perché non si prendono provvedimenti; evidentemente esistono altre logiche di interessi territoriali che a noi personalmente ci sfuggono. Noi non accettiamo neanche la logica matematica che prevede nel taglio di diritti sacrosanti il risanamento del bilancio regionale; ciò perché per molte prestazioni, gli utenti, preferiscono l’ospedale di Lagonegro.

Dunque, gli interlocutori della regione sono sordi alle palesi evidenze provenienti a voci unanime da più fronti sulla necessità del ripristino dell’emergenza, riconosciuta dai tanti e soprattutto da Roma. Le nostre battaglie politiche non si fermano qui. Il nostro modo di procedere è avere nelle mani sempre proposte concrete e non manganelli e molotov, come qualcuno vuol far credere. Alziamo ed alzeremo la voce anche per il futuro e, attenti e scrupolosi, seguiremo gli sviluppi delle prossime concertazioni romani. Il SEL di Praia a Mare farà la sua parte non solo per ripristinare il diritto alla salute  ma del diritto a restare vivi.