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Praia a Mare :: Pubblicato il saggio di Egidio Lorito “La comunicazione mediatica tra egemonia culturale ed egemonia sotto culturale”.

PRAIA A MARE :: 21/01/2016 :: E’ da pochi giorni disponibile l’ultimo saggio di Egidio Lorito avvocato e pubblicista di Praia a Mare con studi universitari anche in politica e sociologia. Il testo, “La comunicazione mediatica tra egemonia culturale ed egemonia sottoculturale. Società, cultura e comunicazione nell’Italia contemporanea” (Ristampa Edizioni, Cittaducale (Ri), pp. 245, € 13.00), mira a ricostruire uno degli argomenti di maggior fascino nell’ambito della sociologia della cultura, ovvero quella lunga riflessione che parte dalle analisi gramsciane e giunge sino alla società italiana contemporanea, tra berlusconismo e renzismo. “Dalla conclusione di un nuovo percorso di studi universitari all’idea di pubblicare la tesi di laurea in Sociologia della Comunicazione – ha dichiarato l’autore – “il passo è stato breve.

Si è trattato di un gradito ritorno al passato, anzi della continuazione di un impegno costante grazie all’interazione tra le componenti della ricerca, ovvero il tema caro al rapporto tra società, cultura e comunicazione. Ed in questo caso, il colpo di fulmine che un giornalista culturale ha avuto con l’argomento è stato fatale…”. La discussione accademica cui fa riferimento l’autore si era tenuta all’Università della Calabria il 24 aprile del 2013, relatore il prof. Paolo Jedlowski, ordinario di Sociologia: un tema classico, quello del concetto di egemonia culturale risalente ad Antonio Gramsci, era stato riletto grazie alle analisi di un giovane docente di Comunicazione politica della Luiss di Roma, Massimiliano Panarari: il suo saggio del 2010, pubblicando da Einaudi, aveva ottenuto lusinghiere critiche tra gli addetti ai lavori.

“Egemonia culturale e sottoculturale, gli intellettuali ed il ruolo dei media nella società contemporanea, le teorie massmediologiche nazionali ed internazionali tra gli anni ‘70 e gli anni ‘80, la televisione e lo strapotere di Internet” – questi i temi della ricerca di Lorito – “sono stati analizzati con rigore scientifico e giusto inquadramento storico-politico, per evidenziare il cambio di passo che la cultura occidentale ha fatto registrare nell’ultimo quarantennio, dalle ceneri del Sessantotto sino alle più attuali riflessioni in fatto di mass media. Arendt e Baudrillard, Cusset e Debord, Freccero, Gramsci, Noelle-Neumann, Popper: questi alcuni dei grandi ricercatori che hanno ispirato il saggio, tra culture e movimenti culturali eterodossi alla scoperta del vero significato di una rivoluzione intellettuale cui giornali, televisione e new media stanno contribuendo senza sosta. Il tutto, accompagnato dall’expertise che quattro autorevoli compagni di viaggio hanno donato alla ricerca…”.

In effetti, il testo di Egidio Lorito può contare sui contributi di quattro noti intellettuali italiani che tra ricerca accademica ed applicazione giornalistica, da tempo risultano firme prestigiose del dibattito oggetto della pubblicazione stessa. Si tratta della prefazione di Stefano Zecchi, Ordinario di Estetica alla Statale di Milano, scrittore ed opinionista ben noto al grande pubblico televisivo, delle introduzioni di Massimiliano Panarari, docente di Comunicazione Politica alla Luiss di Roma e di Marcello Veneziani, giornalista e scrittore di lunga esperienza e del saggio conclusivo di Mario Caligiuri, Associato di Comunicazione pubblica all’Università della Calabria, autorità riconosciuta in materia.

E proprio Massimiliano Panarari, sul tema dell’egemonia sotto culturale, ha fatto notare come “(…) una volta il nazionalpopolare era una categoria gramsciana, i giornali e la televisione pubblica erano pieni di scrittori e intellettuali, la sinistra (si dice) dominava la produzione culturale. Oggi, nazionalpopolari sono i reality show pieni di volgarità, la televisione (pubblica o privata) è quella che è e la sinistra pure. Ma si può paragonare l’Italia di Pasolini, Calvino, Moravia c quella di Striscia la notizia, Alfonso Signorini, Amici di Maria De Filippi? La tesi provocatoria di questo libro è che il confronto non solo è possibile, ma è illuminante (…)”.

Ed in effetti, afferma ancora l’autore, “le riflessioni di Caligiuri, Panarari, Veneziani e Zecchi enucleano la tesi di fondo che permea buona parte della mia riflessione, e cioè che la sinistra politica, un tempo titolare assoluta di egemonia culturale, l’avrebbe poi persa e/o smarrita nel corso degli ultimi tre decenni, in favore di un predominio della destra neoliberale, aggiudicataria -a sua volta- di leadership culturale o -a dar seguito al ragionamento di Panarari- sotto culturale”. A corredo della sua ricerca, Lorito si rifà proprio alle grandi teorie internazionali della scienza della comunicazione per spiegare l’assunto oggetto di studio, evidenziando protagonisti e prodotti culturali -a questo punto sottoculturali…- che hanno invaso soprattutto la scena televisiva italiana e che hanno direttamente dimostrato come una lunga parabola scientifico-ideologia avesse centrato l’obiettivo già molti decenni addietro.