Praia a Mare :: Dal 30 luglio al 30 agosto si ripete la Biennale d’arte fotografica “Riviera dei Cedri”.
PRAIA A MARE :: 26/07/2016 :: La Biennale d’arte fotografica “Riviera dei Cedri”, organizzata dall’Atelier du Faux Semblant, giunge alla sua sesta edizione, e viene patrocinata ed ospitata dal Comune di Praia a Mare nel nuovo Palazzo delle Esposizioni dal 30 luglio al 30 agosto 2016.
L’edizione di quest’anno ripropone il tema del nomadismo, tema attualissimo e già sviluppato da ”l’uomo nomade”. Una riflessione sulla migrazione, attività sempre esistita che ha caratterizzato e accompagnato la civiltà dell’uomo e le grandi trasformazioni, un fenomeno ciclico che genera cambiamenti e rigenera un modo di porsi rispetto all’accoglienza, ma anche una considerazione sul mondo globalizzato, sulla quintessenza del cambiamento.
Un racconto di speranze che hanno animato se non ispirato spostamenti, di illusioni, di solidarietà, di storie personali intrecciate a quelle collettive e che trovano nella fotografia un mezzo per documentare e veicolare conoscenze.
E’ un viaggio interiore alla scoperta del senso di appartenenza, dove le mete non sono solo il luogo geografico ma i luoghi del sentimento, del cuore, della rinascita, di memorie, degli incontri tra culture. Il racconto di popoli in viaggio da terre dell’abbandono a terre della speranza, tra passato recente e nuovi nomadismi, un racconto di resistenze, di diritti negati, di percorsi emozionali, di diaspore, di tolleranze. Dedicata a tutti i fuggitivi della terra, passati e presenti, agli spostamenti a qualsiasi latitudine riferiti. Dedicata a tutti i poeti transumanti e ai nuovi migrantes alla ricerca di un futuro in un viaggio senza fine.
La parola araba sahel significa sponda, sahel è la meta, la fine del viaggio. Sahel è diventata la nostra sponda del mediterraneo per chi fugge dalla guerra, dalla povertà, dalla paura, in cerca di un avvenire qualsiasi in una parte del mondo creduto migliore di quello che abbandonano. La Calabria in particolare è stata in passato terra di accoglienza per i monaci basiliani che intorno all’anno mille si insediarono nei nostri territori dando vita a cenobi di rito ortodosso, per le popolazioni albanesi che dal 1400 e fino al 1700, per essere terra di diaspora dall’Unità d’Italia in poi e terra di nuova accoglienza in questi ultimi decenni.
La biennale è dedicata a questi nuovi “nomadi”, documenta fughe, ma anche percorsi di integrazione e di interazione. Dà testimonianza di una speranza e della costruzione di una società multietnica, di un’Italia e di un’Europa che possano diventare terra di accoglienza e convivenza civile. I fotografi presenti alla rassegna sono: Francesco Malavolta, Giuseppe Torcasio, Antonello Di Gennaro, Manuela Metelli, N.V. Parekh, Antonio Armentano, Enzo Macrì, Bruno Barba, che hanno raccontato un aspetto delle migrazioni a qualsiasi latitudine avvengano.
La biennale ospita anche una sez. giovani che offre un’opportunità di esposizione a quanti giovani o meno raccontano transiti. Le mostre fotografiche, oltre ad essere per gli esperti di fotografia un’occasione di confronto, costituiscono per il più vasto pubblico e per i turisti un motivo di interesse e di incontro, ma anche di visita dei centri ospitanti. Sono previsti inoltre seminari, workshop ed incontri con gli artisti.
Il periodo espositivo è quello di luglio/agosto, che costituisce il periodo di maggior presenza sulla costa dei turisti estivi. La mostra è una riflessione su un mondo globalizzato, un mondo vicino, dove Iraq, Afghanistan, Siria, Eritrea, Somalia, Egitto, Nigeria, Gambia, Senegal, Sudan, Mali, Libia, ecc., non sono solo riferimenti geografici, ma luoghi da cui si fugge, a causa di scenari di guerra, di violenze, di povertà, alla ricerca di una terra di approdo, di accoglienza e convivenza civile, e con la speranza di trovare non l’indifferenza di chi costruisce confini tra civiltà, ma il riconoscimento di un’unica comunità in cui la pace, la riconciliazione, la democrazia ed il rispetto dei diritti umani sono valori comuni ed universali.