fbpx

Sibari :: Sequestro di tre aree inquinate dalla presenza di metalli pesanti.

SIBARI :: 11/06/2010 :: Nella mattinata odierna, i militari della Guardia di Finanza di Sibari, a conclusione di una ulteriore attività investigativa in materia di polizia ambientale, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari, nella persona del Procuratore della Repubblica dr. Franco Giacomantonio e del Sost. Proc. della Repubblica dr. Baldo Pisani, hanno sottoposto a sequestro tre vaste e distinte aree, risultate inquinate dalla presenza di metalli pesanti per una estensione complessiva di circa 700.000 mq..

Le tre aree risultano situate a ridosso dei tre siti di interesse nazionale, ubicati nel territorio dei comuni di Cassano allo Ionio e Cerchiara di Calabria, già sottoposti a sequestro in data 17.02.2010, su disposizione della stessa A.G.. In tale occasione, venivano notificati due avvisi di garanzia nei confronti dei rappresentanti legali della società Syndial Spa del Gruppo ENI, già produttrice delle ferriti di zinco in argomento, quali soggetti responsabili dell’inquinamento, stante le disposizioni in materia, dettate dall’art. 242 del d.lvo 152/06. Si contestava la mancata bonifica dei siti.

Rilevata, nel frattempo, l’esecuzione delle opere di caratterizzazione e messa in sicurezza dei medesimi siti, l’Autorità Giudiziaria procedente delegava i militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Sibari ad eseguire un costante monitoraggio della predetta attività tecnica, concretizzatosi poi nell’esecuzione di vari sopralluoghi sulle aree interessate e nel mantenere diretti contatti con i tecnici incaricati, nonché con funzionari del Dipartimento Arpacal di Cosenza.

A conclusione della predetta attività e previo esame preliminare delle relazioni tecniche nel frattempo redatte in esito alle predette opere di caratterizzazione, le Fiamme Gialle di Sibari, raccolti i dati di interesse, provvedevano immediatamente a notiziare l’A.G. procedente circa lo stato dei luoghi, atteso che le analisi eseguite, con riferimento al suolo, al sottosuolo, alle falde acquifere ed ai vegetali presenti nelle aree interessate, evidenziavano l’esistenza di un elevato inquinamento ambientale, derivante dalla presenza dei cosiddetti metalli pesanti, quali Cadmio, Piombo, Arsenico, Stagno, Rame, Zinco ecc., nonché in alcuni casi di Solfati. Inoltre, i rilevamenti tomografici eseguiti sulle medesime aree rilevavano, altresì, la presenza nel suolo e nel sottosuolo, sino ad una profondità di circa 20 metri, di ulteriore materiale di presumibile natura inquinante.

L’intervenuto sequestro, non precluderà, in alcun modo, la prosecuzione delle operazioni di caratterizzazione e messa in sicurezza degli stessi siti, atteso che il decreto emanato dal’A.G. autorizza la prosecuzione dell’iter amministrativo in corso.

In tale ottica, é stata disposta la contestuale notifica del decreto di sequestro, al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare di Roma, al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – Direzione della Qualita’ della Vita di Roma, al Ministero dello Sviluppo Economico di Roma, alla Regione Calabria, alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, ai Sindaci dei Comuni interessati ed al Consorzio di Bonifica integrale dei bacini dello Ionio, oltre naturalmente agli indagati e, quali persone offese, ai soggetti privati propri
etari dei terreni in argomento.

Il sequestro odierno si pone quale passo obbligato della Procura della Repubblica di Castrovillari anche per consentire, tra l’altro, che le colture cerealicole, presenti nelle aree inquinate, possano essere oggetto di specifiche analisi chimico fisiche al fine di scongiurare ogni pericolo per la salute pubblica.