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Ecomafie: Legambiente, 2.826 reati, Calabria al quinto posto.

CATANZARO :: 17/11/2021 :: La Calabria, in materia di criminalità ambientale, si colloca al quinto posto della classifica nazionale con 2.826 reati. E’ quanto emerge dal Rapporto Ecomafie 2021 presentato oggi a Roma e che assegna alla regione il primato nazionale per le interdittive antimafia con ben 194 provvedimenti seguita da Campania (100), Sicilia (97) e Puglia (93). Il Rapporto analizza i dati frutto dell’attività svolta da forze dell’ordine, Capitanerie di porto, magistratura, insieme al lavoro del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente nato dalla sinergia tra Ispra e Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente e dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Nel ciclo illegale del cemento la Calabria si colloca al quarto posto nazionale con 1.082 reati, con Cosenza al secondo posto della top ten nazionale con 271 reati, Reggio al quinto, Crotone al 13/mo e Vibo al 14/mo posto. In tema di ciclo illegale dei rifiuti, invece, la regione occupa l’ottavo posto con 456 reati. Dal 2002 ad oggi, tra le principali operazioni di polizia giudiziaria in materia ambientale, 39 hanno riguardato la Calabria di cui 25 dirette dalle procure calabresi e 14 dalle altre procure in cui è coinvolta la regione. Dall’operazione “Econox” del 20 aprile del 2002 a “Mala pigna” del 19 ottobre 2021, si contano 193 ordinanze di custodia cautelare emesse; 616 le persone denunciate, 74 le aziende coinvolte. Quattro le operazioni nel 2021: “Erebo Lacinio”; “Quarta Chiave”, “Efesto 2” e “Mala pigna”. Alla Calabria spetta il sesto posto invece nella classifica degli incendi ad impianti di trattamento smaltimento e recupero rifiuti che, dal 2013 ad oggi, in regione sono stati 88. Per i reati contro la fauna marina e terrestre si ottiene il quinto posto con 527. Reggio quinta in Italia. Nella pesca illegale terzo posto con 374 reati. “La Calabria, tra i territori a tradizionale presenza mafiosa, – afferma Anna Parretta, presidente Legambiente Calabria – continua a mantenersi sempre nei primi posti delle classifiche per il ciclo illegale del cemento e dei rifiuti, degli incendi e per i reati contro gli animali. Ad incoraggiarci,peò, è il ruolo della magistratura e di quei cittadini che hanno deciso da che parte stare”. “Non si deve assolutamente abbassare la guardia contro i ladri di futuro – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – a maggior ragione in un momento storico in cui dovremo spendere ingenti risorse pubbliche previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Va scongiurato in ogni modo il rischio di infiltrazioni ecomafiose nei cantieri per la realizzazione di opere ferroviarie e portuali, impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e di riciclo dei rifiuti, depuratori, interventi di rigenerazione urbana, infrastrutture digitali, solo per fare qualche esempio delle opere che servono alla transizione ecologica del paese”.