CATANZARO :: 20/04/2022 :: “Ha ragione Matteo Salvini quando chiede una riforma della misura. A distanza di qualche anno dal riconoscimento del reddito di cittadinanza si possono tirare le file della efficienza e necessità di tale misura. Se, da una parte, è stata una determinazione che ha sostenuto le persone in difficoltà, dall’altra, per la sua cattiva costruzione legislativa, ha portato a truffe ed all’utilizzo diverso da quello per la quale era stata deliberata”. Lo scrive in una nota Giacomo Francesco Saccomanno, Commissario regionale della Lega in Calabria.
“Infatti – prosegue -, hanno usufruito di tale sostegno anche persone che non avevano le condizioni per ottenerlo, persone che sono giunte in Italia per lavorare e non per avere sostegni di tal tipo, persone che non hanno mai pagato le tasse nella nostra Nazione, e, quel che è più grave, vi è stato un impoverimento del mercato del lavoro, in quanto i soggetti fruitori invece di cercare di inserirsi in tale settore, hanno preferito acquisirlo e poi e spesso lavorare in nero. Con la evidente conseguenza che, da una parte, si è quasi sostenuta l’evasione e l’illecito e, dall’altra, si è creato un meccanismo in cui è venuto a mancare la mano d’opera o questa poteva utilizzarsi solo in nero. Situazione aberrante che ha indebolito il sistema occupazionale e che, allo stato, ha messo in forte difficoltà le imprese, gli artigiani, gli agricoltori, e tutte quelle attività, specialmente stagionali, che ora non hanno quella mano d’opera che è imprescindibile per la prosecuzione dell’attività”.
“Un danno pesantissimo – sottolinea ancora Saccomanno – che deve essere assolutamente e celermente riparato, per evitare che si perdano quelle piccole imprese, a volte anche familiari, che sono la base della forza economica italiana”. “Una misura, quella del reddito di cittadinanza, completamente errata per la sua costruzione normativa e che risulta, veramente, un vero e concreto danno, oltre che una pacifica beffa per i tanti italiani che soffrono una crisi esistente da tempo e che pagano regolarmente le tasse, rispetto a chi spesso è quasi sconosciuto al fisco”, conclude.