fbpx

Unità e collaborazione: i sindaci dell’ATS 3 rispondono alle dichiarazioni del primo cittadino di Amantea.

AMANTEA :: 17/08/2024 :: “Nessuno mai degli otto comuni e chi li rappresenta, hanno scippato nulla al Comune di Amantea. Chi conosce i fatti lo sa benissimo. Nessuno degli otto comuni ha mai denigrato o screditato Amantea e gli amanteani, essendo stati i rapporti istituzionali, sempre improntati a vicendevole stima e reciproco rispetto”. La conferenza indetta dai sindaci dell’Ats 3 per evidenziare il proprio punto di vista rispetto alle posizioni espresse nei giorni scorsi dal primo cittadino di Amantea Vincenzo Pellegrino ha mostrato, ancora una volta, un agire coeso rivolto ad una gestione collegiale e condivisa dell’Ambito, evitando “forme di personalismo che potrebbero minare lo spirito di servizio e collaborativo dello stesso Ambito”.

Dai contributi emersi nel corso di queste ultime settimane – spiegano Luca Lepore (Aiello Calabro), Antonio Costabile (Longobardi), Gioacchino Lorelli (San Pietro in Amantea), Enzo Scanga (Lago), Roberto Veltri (Belmonte Calabro), Antonio Cuglietta (Serra Aiello), Carmine Bruno (Fimefreddo Bruzio), Armando Bossio (Cleto) – tutta la disputa pare si stia concentrando su dove deve stare l’Ufficio di Piano. Dal 2019 l’Ufficio di piano si trova a San Pietro in Amantea per libera e autonoma scelta dei nove sindaci dell’Ambito. Questo per dire che il Comune di San Pietro e il suo Sindaco, della sede dell’UDP, non ne hanno mai fatto una questione di principio, consapevoli che si deve trattare di scelte condivise e non per imposizione divina e perché le scelte, tutte le scelte riguardano, con pari dignità, tutti e nove i comuni e tutti hanno il diritto di decidere dove deve stare l’Ufficio di piano, così come tutti, piaccia o non piaccia al sindaco di Amantea, devono decidere chi deve assolvere alla funzione di capofila. Infatti, come sarà di seguito meglio illustrato, è dovere dei sindaci dell’ATS, i quali dopo che l’Ambito si è costituito, ne proporranno il nome alla Regione. E anche questa, si ripete, è e dovrà essere, una scelta condivisa. Perché, è bene dirlo in modo risoluto, essere capofila non è una investitura divina, non è per sempre, e dovrebbe (dovrà) essere una scelta dovuta al merito. Una scelta soprattutto di merito. La vetta è una conquista non un regalo. E lasciate che lo dica senza peli sulla lingua, non è un fatto di avercela con Amantea, no (ma): Amantea tra i nove è il comune che lo merita di meno. Ricordando a tale riguardo che una leadership non la fa solo il numero degli abitanti, se non per una parte. Ma non determinante senza il resto. Il resto si deve meritare. Va costruito. Con pazienza, lungimiranza, umiltà e consapevolezza di sé, non per arroganza e pretenziosità. Il problema della sede dell’Ufficio di piano è perciò un falso o quanto meno finto problema. È bene ricordare ai cittadini dei nove comuni, compresi quelli di Amantea, che i fondi sociali sono tutti dello stato, non del bilancio dei comuni e vengono assegnati non in base alla simpatia del sindaco, ma in base agli abitanti, perché si presume che i bisogni siano correlati e dunque proporzionati alla popolazione. Detto questo mi chiedo e chiedo: dopo quattro anni mi si può dire un merito che ha avuto l’amministrazione di Amantea in materia di servizi sociali per potere dire “io voglio, io pretendo”. Mi si può citare un momento in cui Amantea per i servizi c’è stata? O non piuttosto sono stati gli otto comuni che hanno garantito il buon andamento delle attività?

Il Sindaco di Amantea invece lo ha detto sul giornale, arrogandosi un diritto che non ha, dicendo “Amantea ha versato…” cosa? Del suo bilancio mai un centesimo. Versa ciò che lo stato gli eroga (come fanno tutti i comuni) per gestire il servizio sociale professionale (assistenti sociali) e altri servizi di competenza distrettuale. Sempre a proposito della entità dei fondi in base alla popolazione, sarebbe il caso che qualcuno spiegasse al primo cittadino di Amantea cosa sono i LEPS e a quale finalità di rilevanza costituzionale devono rispondere. Forse eviterebbe di far passare per verità ciò che verità non è. Ma è un problema suo. Si dice che il tempo e la verità siano galantuomini. E lo saranno.

E si può cominciare dall’inizio fino a ieri o oggi se si vuole.
Se non fossero intervenuti gli otto comuni nel luglio del 2018, a cinque mesi dalla scadenza del triennio 2016/18, si sarebbero perduti i fondi del PON per 750 MILA euro.
SE LI AVESSIMO PERSI OGGI NESSUNO DI NOI SAREBBE QUA !
Qualcuno lo sa questo? Lo dice?

Cosa è successo in breve.
A giugno 2017 la d.ssa Maria Concetta Zagordo, rinuncia a fare parte dell’Ufficio di piano. Si cerca un responsabile che viene individuato, in assenza di altri nomi provenienti dal Comune di Amantea, in un funzionario del comune di Longobardi: Fulvio Chilelli. Questa nomina non ha risolto le problematiche. Anzi si è sostanziato uno stallo, e non per colpa del nominato, cosi che tra aprile e maggio del 2018, Amantea ha letteralmente alzato bandiera bianca. Alla perdita dei 750 mila euro, mancava davvero poco, gestendo, Amantea, solo i PAC anziani e infanzia prima annualità, e l’HCP annualità 2014/2017. A fine luglio 2018 (cinque mesi dalla scadenza PON), su proposta degli otto comuni, e nominato all’unanimità, arriva all’Ufficio di piano il dott. Fedele Vena. Arriva e trova questo benedetto PON in scadenza. Con lui si è fatto una scommessa, già persa in partenza, perché non ci credeva nessuno. In meno di 5 mesi, poi, perché agosto, si sa non si conta! Ma si comincia lo stesso a fare sul serio. Con il verbale n. 6 del coordinamento del tempo del 28.9.2018, si deliberano alla unanimità tre cose: la sede dell’Ufficio, l’utilizzo dell’auto, l’individuazione del personale da affiancare a Vena, tramite richiesta ai sindaci. Intanto già con due viaggi a Napoli, presso l’unità di missione del PON, si registra un primo punto a favore davvero inaspettato: forse ci sarà un rinvio di un anno per la chiusura delle attività. Si brinda in ufficio e letteralmente euforici si comincia a lavorare con Francesco, Eugenio, Gianni, Fabio, Emilia. Tutto personale messo a disposizione dagli otto comuni. Amantea silenzio. L’ufficio viene allocato dove è ora. Con una piccola parte del fondo PON si acquistano i primi arredi e si noleggia il fotocopiatore di cui c’era necessità. Si comincia a viaggiare (lavorativamente) si fanno e si partecipa ai bandi in silenzio. Si bandiscono i concorsi si prende il personale, assistenti sociali: nove (due concorsi per loro fatti in meno di un anno, tutti grazie a Dio perfettamente iniziati e chiusi, tutto liscio come l’olio, nessun concorrente ha mai avuto modo di lamentarsi di alcunché), rendicontatore, psicologa, mediatrice, educatrice. Si fanno i primi timidi passi. Siamo a gennaio 2020, mentre si pubblicano i bandi per i tirocini di inclusione, ben 110. Si arriva a giugno del 2022 lavorando seriamente, raggiungendo risultati, salendo con lavoro, serietà e professionalità di tutti, nella scala di ATS più efficienti.

Da giugno 2022 arriva la giunta Pellegrino che pensa di potere dividere la storia di Amantea e del mondo tra prima del giugno 2022 e dopo il giugno 2022. Fermo restando che quello che sto per dire vale solo ed esclusivamente per i servizi sociali (altrimenti poi veniamo accusati di volere comandare in casa sua) perché i servizi sociali non sono né cosa, nè casa sua, ma di tutti i nove comuni, lui compreso e dunque oltre che lecito è doveroso metterci il naso, e lo metteremo comunque vadano le cose, anche questo sia ben chiaro a tutti e tutte, questa differenza tra prima del giugno 2022 e dopo il giugno 2022 non si è vista. Perché Amantea non c’è stata prima non c’è stata dopo. E non bastano quattro stanze disadorne, senza nulla dentro per dire che l’ufficio deve essere ad Amantea perché lo diciamo noi. Anzi perché lo dico io.

I colleghi aggiungeranno altro. Io mi soffermo nel dire che basterebbe la perdita dell’HCP per dire che Amantea non ha titoli a pretendere ciò che chiede. Se poi si vuole si possono aggiungere tante altre cose come il PAC Infanzia Rafforzamento; la perdita del fondo 0/6 annualità 2023, per non averla voluta dirottare su Cleto. La confusione nella gestione contabile dei fondi. Il lavoro fatto in fretta e furia a seguito delle note scritte e la chiamata a responsabilità del responabile, non sono sufficienti a fare chiarezza su tutti i fondi. Ad esempio, una cosa letta pochi giorni fa, nel verbale n. 7 del novembre 2018, del coordinamento dei sindaci, si fa menzione di una ulteriore somma di € 163.000 auro fondo povertà. Questa somma, evidentemente preesistente, non risulta a me di averla mai programmata. Né destinata. Che fine avrà fatto?? Ed è lecito chiedersi: chissà quante altre somme incassate e rimaste lì. A pensar male si fa peccato ma si rischia di indovinare. Ed infine la richiesta pressante e inutile per aprire il PUA da due anni.

Lascio la parola ai miei colleghi, chiedendo loro scusa per il tempo che mi sono preso. Concludo, rispondendo al sindaco di Amantea quando dice che “l’appetito vien mangiando”. In questi anni sono stati soprattutto i sindaci degli otto comuni ad ascoltare la “fame” di tante famiglie deboli, di soggetti svantaggiati, di persone malate che ci chiedono all’unisono di proseguire nel cammino virtuoso tracciato fino ad ora. Crediamo nella democrazia del confronto e del dialogo, nel capitale umano ed esperienziale che rendono alcuni apparati statali unici e funzionali. Elementi che fino a poco tempo addietro erano ben presenti soprattutto ad Amantea, ma che ora sembrano dissolti. Siamo qui pronti a discutere ed adoperarci per il bene comune di tutti, le barricate le lasciamo a chi antepone l’io al noi.