CROTONE :: 06/12/2024 :: Padre, figlio e due fratelli di Francesco Chimirri, il 44enne morto per un colpo di pistola sparato dal vice ispettore di Polizia Giuseppe Sortino – attualmente indagato per omicidio – sono stati arrestati questa mattina dai carabinieri con l’accusa di aver aggredito brutalmente il poliziotto.
L’operazione è stata eseguita dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Crotone, con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria di Vibo Valentia. I quattro indagati sono accusati, a vario titolo, di tentato omicidio aggravato, lesioni personali pluriaggravate, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, porto di oggetti atti a offendere e danneggiamento aggravato.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, Domenico Chimirri (18 anni), suo omonimo padre (67 anni), e i fratelli della vittima, Antonio e Mario Chimirri (rispettivamente 41 e 36 anni), il 7 ottobre scorso avrebbero aggredito il vice ispettore Giuseppe Sortino “senza alcun motivo”. L’episodio si sarebbe verificato mentre il poliziotto, diretto in Questura per prendere servizio, aveva notato un’auto viaggiare ad alta velocità sulla statale 106, causando due lievi collisioni con altri veicoli. Sortino aveva quindi deciso di seguire l’auto fino a via Don Giuseppe Puglisi, nel quartiere Lampanaro, dove aveva chiesto chiarimenti e i documenti di identificazione agli occupanti, Francesco Chimirri e il figlio. Secondo le accuse, questi ultimi avrebbero aggredito il poliziotto, utilizzando anche il suo sfollagente, che Sortino avrebbe impiegato solo per difendersi.
Le immagini delle telecamere di videosorveglianza, i video amatoriali condivisi sui social e le testimonianze raccolte hanno permesso ai carabinieri di ricostruire l’accaduto. Dopo la prima aggressione da parte di Francesco Chimirri e del figlio, gli altri tre familiari sarebbero sopraggiunti sul luogo e avrebbero continuato l’attacco, causando al vice ispettore lesioni gravissime che, secondo i carabinieri, “solo per un caso fortuito non hanno portato alla sua morte”. Durante lo scontro, il figlio della vittima avrebbe sottratto la pistola di servizio a Sortino, tentando di sparargli mentre il poliziotto si trovava a terra, in ginocchio.
Le indagini avrebbero inoltre accertato che, sin dall’inizio della colluttazione, Sortino si era qualificato come appartenente alle forze di polizia. Nonostante ciò, padre e figlio avrebbero proseguito l’aggressione, cercando persino di ucciderlo. Durante l’episodio, il telefono cellulare del poliziotto sarebbe stato danneggiato, ma grazie all’intervento di un consulente tecnico nominato dalla Procura di Crotone, sono state recuperate prove fondamentali per l’inchiesta.