Badolato :: Una monografia pregevole di Amedeo Gallelli sovra la Chiesa della Sanità.
BADOLATO :: 28/09/2012 :: M’indugio a notar che Amedeo Gallelli, nella sua preziosa monografia: “Il Santuario di Santa Maria della Sanità a Badolato dal 1568 al 2012 nel luogo del Monastero Basiliano di S. Isidoro (1178-1542)”, Davoli, Sud Grafica, ottobre 2012, pp.80, con numerose figure in colore e bianco-nero, euro 10.00, offre un quadro ricco di vicende e di notizie, in gran parte sconosciute e inédite.
Nella sua Introduzione l’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro – Squillace, Monsignore Vincenzo Bertolone, studioso di Cassiodoro, vanta il libro, e lo giudica uno strumento importante di divulgazione storico-ecclesiastica, utile financo agli studiosi. Con netti contorni, nella sua ampia Prefazione, il medievalista Professor Antonio Gesualdo, uno specialista della materia, delinea il Basilianesimo, la regola di San Basilio, l’austerità della vita dei Basiliani del Monastero di S. Isidoro Agricola di Badolato, il passaggio in esso del rito greco al rito latino; e ritrae, con molta efficacia, la figura del Cardinale Bessarione, protettore dell’Ordine Basiliano, eletto dal Papa Callisto III Abate Commendatario del Monastero di San Salvatore di Messina.
Vero è che il testo della pubblicazione propone segnatamente, con chiarezza esplicativa, il rapporto, nel Dugento, del Monastero di S. Isidoro con la Diocesi di Squillace; narra le incursioni turchesche e musulmane,che lo saccheggiarono e devastarono; tratta dell’insigne affresco bizantino; chiarisce bene l’essenza ed i tratti dei dipinti e delle sculture lignee della Chiesa; rièvoca la pompa della festa antica della Madonna della Sanità; rivisitata, addita e include una raccolta di componenti e inni in onore di lei; offre una cospicua silloge di documenti d’archivio, e ha una bibliografia essenziale. La monografia di Amedeo Gallelli è corredata persino di ventidue fotografie coeve del passaggio della statua della Madonna della Sanità, quella eseguita del Professore Ferdinando Perathoner di Ortisei (Bolzano), e benedetta da Paolo VI in San Pietro, il 29 aprile 1964, attraverso parecchi paesi della Diocesi squillacense.