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Catanzaro :: Udc, scintille fra Tassone e Talarico.

CATANZARO :: 07/08/2008 :: Non se la mandano a dire i leader dell'Udc cittadino. Convinti evidentemente che la diplomazia non porti da nessuna parte, l'on. Mario Tassone (vice segretario nazionale del partito) e il consigliere regionale Francesco Talarico (segretario calabrese Udc) hanno esternato, alla presenza del neo commissario provinciale dello Scudocrociato on. Armando Dionisi, tutto il loro risentimento per vecchie e nuove acredini.

Una convivenza, la loro all'interno del partito, piuttosto tumultuosa che si inasprisce sul metodo che ha portato alla costituzione del comitato regionale. «Una forzatura» secondo il deputato Tassone, accusato a sua volta da Talarico di non aver sostenuto l'elezione di quest'ultimo a segretario regionale. La tanto auspicata unità, cui ha fatto riferimento ieri il neo commissario Dionisi alla riunione d'insediamento (presenti dirigenti del partito e amministratori locali), è quasi un'utopia. Non si sono amalgamati i mille rivoli che affluiscono nell'Udc ma soprattutto non sono riuscite mai ad uniformarsi le frange fondatrici Ccd e Cdu. E forse mai ci riusciranno: «Continuerò a lavorare con chi è del Cdu ma dal partito non me ne vado. Il partito non è di proprietà di nessuno» ha chiosato Tassone. «Mi si scredita con la scusa che voglio portare il partito a sinistra ma non è vero» ha replicato il segretario regionale Talarico bacchettato dal deputato anche per essersi macchiato (e il discorso ha riguardato anche Emilio Verrengia che a Palazzo di Vetro si è schierato con la maggioranza) «dell'onta» della spaccatura in Consiglio Provinciale. Un rimpallo di responsabilità e di mancata riconoscenza il loro che è partito «dall'affossamento tecnico» del comitato provinciale attuato «da chi – ha detto Tassone – ha operato una violazione etica mancando di rispetto a chi ha lavorato tanto per il partito e che ha dato una lezione di stile candidando a presidente della Provincia un lametino. Il commissariamento – ha aggiunto – è sempre uno sfregio soprattutto se avviene non per motivi politici ma tecnici (il 50 per cento più uno degli iscritti è defluito dal partito, ndr)». Viceversa «la riconoscenza che ognuno deve avere nei confronti dell'altro non ha lo stesso peso – ha detto Talarico a Tassone -, tu sei diventato deputato, io non sarei mai potuto diventare presidente della Provincia». Certo è che un partito unito e di centro, alternativo alla sinistra ed al Pdl, lo vogliono entrambi. Lo vuole anche l'on. Dionisi (eletto nel collegio del Lazio) secondo cui è «sbagliato pensare di dover scegliere tra Pd e Pdl, sarebbe irriguardoso nei confronti di chi ha creduto nell'Udc». Il commissario ha il compito di traghettare il partito fino al congresso di fine ottobre, «superando i personalismi ed ascoltando le ragioni di tutti». «Abbiamo avuto tante emorragie ma continuiamo a conservare i voti – ha sottolineato Armando Dionisi -, noi dobbiamo parlare ai dirigenti ma farci capire dagli elettori. E dobbiamo rispettare le scelte di chi ci ha votato». Rispetto all'atteggiamento di chi avrebbe preferito un'alternativa al commissariamento Dionisi ha detto: «Il commissariamento avviene per Statuto, io cercherò di ricomprendere tutti, di ascoltare le ragioni di tutti su una linea che tenga conto della realtà locale. Il mese di agosto mi servirà a comprendere le dinamiche locali; la mia presenza deve aiutare il processo di riaggregazione e deve necessariamente portare al congresso un partito rinvigorito. Non sono qui per fare il tagliatore di teste ma per stemperare la vivacità della classe dirigente». Al fianco del commissario anche l'ex segretario provinciale Vito Bordino, Marisa Fagà, Giuseppe Calabretta e Gino Trematerra. «Legittima la vivacità, dà la forza di chiarirsi, scongiura l'appiattimento. Bisogna avere però la capacità di portarla a sintesi unitaria». Riparatore, tra gli altri, l'intervento di Calabretta secondo cui «è giusto che si discuta all'interno del partito soprattutto in questa fase che deve vedere il superamento di alcune lacerazioni. Solo insieme andiamo lontano». Il commissario ha poi tirato le somme del dibattito. «Positivo» per quest'ultimo il bilancio del primo incontro: «Tutti gli interventi sono stati ispirati da una grande passione politica, dall'attaccamento che ognuno ha nei confronti del partito che deve essere però più presente sul territorio. Guai se non ci fosse un po' di vivacità che scaturisce dalla convinzione che quello dello Scudocrociato è un grande patrimonio che va valorizzato». Di alleanze amministrative se ne parlerà a settembre, quando riprenderà il dibattito. 

Giusy Armone