SANTA MARIA DEL CEDRO :: 19/02/2022 :: “Santa Maria del Cedro è la capitale internazionale del Cedro. È la storia che lo dice. Ed è per questo che non c’è nulla di strano se la Denominazione di origine protetta si dovesse chiamare Cedro di Santa Maria del Cedro Dop”. Così Angelo Adduci, presidente del Consorzio del Cedro di Calabria, risponde a Coldiretti Calabria.
“La denominazione adottata per il riconoscimento Dop – dice Adduci – è riconosciuta da tutti i protagonisti che vivono il mondo della cedricoltura da anni e con sacrificio. Ma soprattutto ci viene imposta dalla storia. È la documentazione storica allegata alla richiesta presentata che ha dato la denominazione alla domanda di riconoscimento avanzata dal Consorzio del Cedro di Calabria, che non ha fatto altro che ratificare il ruolo di Santa Maria del Cedro come capitale internazionale della cedricoltura. La denominazione indicata è riconosciuta in ambito regionale, nazionale e internazionale. Ma soprattutto è stata accertata dal parere favorevole del Ministero delle Risorse agricole alimentari e forestali, e ancor prima dal dipartimento Agricoltura della Regione Calabria”.
“In esso è ribadita a chiare lettere la denominazione Cedro di Santa Maria del Cedro, varietà liscia diamante. Allora mi chiedo: quale immagine può essere più coordinata per il bene del cedro, se non quella dei due consorzi che lavorano in sinergia e promuovono delle linee guida comuni per il bene della cedricoltura? Qualunque sarà la denominazione – conclude Adduci – avrà comunque vinto il territorio. Di contro, se la Dop non dovesse essere accolta o l’iter dovesse avere una battuta d’arresto sapremo che le responsabilità non saranno degli operatori, degli studiosi, dei tecnici, dei dirigenti regionali o della politica, ma ancora una volta sarà di chi, in maniera superficiale e nell’interesse puramente egoistico, preferisce sgambettare e rallentare lo sviluppo”.