fbpx

Cosenza :: CNA Audiovisivi Calabria interviene in difesa degli operatori freelance Rai.

COSENZA :: 01/02/2020 :: La sezione cinema e audiovisivo della CNA (Confederazione Nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa) calabrese esprime tutta la preoccupazione per come la Rai sta gestendo le trattative per il rinnovo delle convenzioni per il servizio di riprese televisive fornite da società esterne in Calabria.

Da molti anni la sede regionale della Rai calabrese ha soltanto due operatori di ripresa come personale interno assunto a tempo indeterminato che non sono sufficienti alla realizzazione delle riprese per i telegiornali.

La realizzazione dei servizi filmati è quindi affidata a ditte esterne in convenzione che coprono tutto il territorio regionale. Attualmente sono tredici i service che operano in convenzione con la Rai calabrese.
Queste ditte forniscono le troupe che realizzano i servizi filmati spesso con la presenza di giornalisti interni alla Rai. Le convenzioni prevedono che le ditte forniscano il personale tecnico (operatori di ripresa) e l’attrezzatura tecnica (telecamere e autoveicoli per gli spostamenti).

I contratti prevedono degli obblighi che, nel tempo, sono diventati sempre più onerosi a fronte di una costante diminuzione delle tariffe e della restrizione della durata contrattuale. Le convenzioni, negli anni passati, duravano un anno e la durata è stata ridotta nel tempo fino alla validità odierna di cinque mesi.

Le ditte esterne devono garantire la disponibilità delle troupe ventiquattr’ore su ventiquattro, sette giorni su sette, notturni e festivi compresi e devono rispettare i contratti collettivi di lavoro per il personale assunto.

La retribuzione avviene nel rispetto di un tariffario orario e con fatturazione mensile e non può superare il tetto massimo dei diecimila euro per i cinque mesi di validità del contratto (duemila euro mensili). Questa cifra è comunque un massimale e nessun minimo garantito è riconosciuto alle aziende per tutti gli obblighi assunti.

Analizzando le convenzioni che la Rai adotta in altre regioni è emersa una forte discrepanza nei budget assegnati alla Calabria che rimangono i più bassi d’Italia costituendo una discriminazione territoriale inaccettabile.

A fronte del risicato budget offerto la maggior parte delle ditte esterne utilizza una sola persona per l’espletamento contrattuale e ciò si traduce in una disponibilità oraria che supera abbondantemente il rispetto dei contratti di lavoro per gli operatori (24 ore su 24) senza che vengano riconosciuti, da parte della Rai, i minimi salariali previsti.

Inoltre le ditte sono obbligate a sottoscrivere alcune clausole contrattuali con le quali si assumono in proprio ogni responsabilità riguardo a pretese formulate dalle persone riprese con riferimento a contestazioni sollevate anche per via giudiziaria riconoscendo alla Rai garanzia totale. In pratica se qualcuno denuncia la Rai per il contenuto delle riprese, la Rai si rivale sulla ditta che ha effettuato le riprese applicando penali e attivando procedure di risarcimento giudiziale.
Le convenzioni non sono oggetto di contrattazione tra la Rai e le ditte esterne e tutti gli obblighi e le tariffe vengono imposte dalla Rai senza nessuna trattativa negoziale. Una sorta di contratto capestro che ha svilito negli anni il ruolo fondamentale degli operatori esterni che oggi sono in grande difficoltà costretti ad accettare condizioni di lavoro e retribuzioni non adeguate al loro ruolo fondamentale e a non protestare pena la rescissione contrattuale.
Dietro i service ci sono persone che per lunghi anni hanno messo a disposizione della Rai la propria professionalità e garantito l’esclusiva delle proprie prestazioni oltre ad aver effettuato continui investimenti per adeguamenti tecnologici. Oggi queste persone non sono più in grado di produrre un reddito adeguato che vada aldilà della pura sopravvivenza.

A fronte di questa drammatica situazione la Cna audiovisivi della Calabria chiederà nei prossimi giorni un incontro urgente con i vertici nazionali della Rai e con la Commissione Parlamentare di Vigilanza sulla Rai a tutela della aziende iscritte alla Confederazione.