Cosenza :: Contro l'espulsione etnica di massa dei Rom romeni di Cosenza.
Come avviene ormai in quasi tutte le città italiane, quando appaiono famiglie Rom, spesso fuggite da azioni di intolleranza compiute da autorità o gruppi razzisti di altre città, scatta immediatamente un'operazione di pulizia etnica, che sindaci, assessori, prefetti, questori e comandanti dei carabinieri mettono in atto seguendo le indicazioni del ministro dell'Interno: "Usate la fantasia". Non vi è differenza, in quanto a crudeltà, brutalità e intolleranza, fra comuni (e province, e regioni) amministrate dal centro-destra o dal centro-sinistra: le "fantasie" sadiche della Lega Nord e del Pd rendono fratelli i "padani" e i "compagni" nelle politiche sui Rom e sull'immigrazione, salvo che i "padani" celebrano le proprie nefandezze anche attraverso le dichiarazioni dei loro leader, mentre un Bersani (che ci auguriamo indichi al partito una nuova via), un D'Alema o un Fassino si esprimono, nelle dichiarazioni pubbliche, secondo ideali antirazzisti e tolleranti, evitando tuttavia di commentare le politiche dei loro sindaci, assessori e presidenti di regione. Quando, anzi, organizzazioni come la nostra fanno notare loro l'incredibile contraddizione, glissano, tacciono, fingono di non sentirci da quell'orecchio. Ma noi siamo tenaci e nonostante i "messaggi" che ci pervengono dai politici a cui diamo fastidio (perché la verità, è notorio, fa male a chi non la serve), rivolgiamo una ferma protesta alle autorità di Cosenza (al sindaco del Pd Salvatore Perugini e al Prefetto Melchiorre Fallica in primis), ai vertici del Partito Democratico (augurandoci di fare una minima breccia nel muro di indifferenza che li caratterizza in casi come questo), alla Commissione europea e alle altre autorità internazionali e internazionali affinché non sia commessa un'altra azione di intolleranza, riassunta con precisione dalla petizione promossa da "La Kasbah" insieme ad altre associazioni locali e a un team di avvocati dell'ASGI, che hanno inoltrato un ricorso contro il provvedimento del prefetto. Va rimarcato che se il provvedimento è iniquo e viola la Carta dei diritti fondamentali nell'Unione europea (e anche la Costituzione italiana, che la classe politica al governo ha tuttavia trasformato in carta straccia), è altrettanto importante e vitale avviare un programma di casa, lavoro, assistenza socio-sanitaria per le famiglie al centro dell'atteggiamento persecutorio della città di Cosenza.
Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau – Gruppo EveryOne