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Cosenza :: Dichiarazione di Bruno Villella, membro della Direzione regionale del Pd.

COSENZA :: 05/05/2010Se il Pd in Calabria non c’è e non è mai nato, vorrei dire a Pino Caminiti che non sono le pagine che occorre cambiare, ma rimuovere gli ostacoli e tagliare i rami secchi che, con ostinazione e caparbietà, ne impediscono la nascita. In primis bisogna sancire la definitiva chiusura di un lunghissimo ventennio di regionalismo debole e personalistico che, per sua stessa natura, è votato alla sconfitta e alla subalternità.

Una lunga stagione che ha prodotto guasti e ritardi ed ha frenato lo sviluppo attraverso un sistema “regionecentrico”che ha fortemente bloccato il complesso sistema politico ed istituzionale della Calabria e la storia delle sue classi dirigenti.

Occorre smetterla con le scaramucce, le furbizie e le schermaglie che rendono ancora più asfittico e irrespirabile il clima interno, reso ancor più drammatico dalla grave sconfitta elettorale del 28 e 29 marzo scorsi.

I tatticismi sono, a tal punto, i miserabili arnesi organici all’autoconservazione e all’autoreferenzialità e, di converso, allontanano irrimediabilmente quelle forze che, al contrario, sono autenticamente interessate al progetto di costruzione del partito nuovo.

L’immagine di questi giorni, i profili, l’agire sono devastanti.

Allora, interroghiamoci seriamente: come se ne esce?

Non certo invocando o agitando nuove “piazze Loreto”, perché tutti dobbiamo pretendere ed esercitare, in maniera alta, il senso della responsabilità.

Un esercizio, quest’ultimo, che si può concretizzare quanto maggiore sarà la generosità soprattutto da parte di coloro che più hanno avuto e dato e che, per questo, oggi devono smetterla di fare gli pseudo-innovatori, gli imbonitori o i censori.

Una generosità che si invera nella reale e concreta disponibilità di sapersi mettere a disposizione di un gruppo dirigente che, avvalendosene, possa concretamente esercitare la propria funzione e far decollare il progetto di costruzione del Partito Democratico nella nostra regione.

I margini, credo, ci siano tuttora, in quanto la situazione politica è ancora incerta ed in movimento, i problemi della Calabria sono seri ed il governo regionale guidato da Scopelliti è la risultante contraddittoria di incertezze e debolezze, figlie anche dei nostri limiti e dei nostri errori.

Vi è, dunque, la concreta possibilità per una grande, moderna e coesa forza riformista di intercettare, nell’interesse della Calabria, la domanda di cambiamento a cui dare ancoraggio e speranza.

E’ questo il contesto nel quale il confronto ha un senso, dove tutti possono utilmente cimentarsi senza rendite di posizione e pregiudizi.

In alternativa, “intelligenti pauca”: restano solo il nichilismo ed il cacicchismo di periferia.

Francamente uno scenario lontano anni-luce da chi è dotato di un minimo di responsabilità e di buon senso.< /p>