Cosenza :: Sanitari rinviati a giudizio per la morte del detenuto Tavola, soddisfatti i Radicali.
COSENZA :: 30/10/2013 :: Trascurato, abbandonato, morto per mancanza di cure adeguate. Come a Stefano Cucchi e tanti altri, anche ad Aldo Tavola, 60 anni, cetrarese, la reclusione è stata fatale. E come nella triste e assurda vicenda del giovane geometra romano, anche in questo caso i Sanitari rischiano di pagare. In sei, tra appartenenti al Servizio Sanitario Penitenziario di Castrovillari ed all’Azienda Ospedaliera di Cosenza, sono stati rinviati a giudizio dal Gup del Tribunale di Cosenza Dott. Livio Cristofano.
Gli imputati che dovranno affrontare il processo sono: Francesco Montilli, 44 anni di Francavilla Marittima; Furio Stancati, 58 di Cosenza; Angela Gallo, 54 di Cosenza; Domenico Scornaienchi, 65 di Cosenza; Carmen Gaudiano, 43 di Cosenza ed Antonio Grossi, 59 di Paola. Solo per uno, Ermanno Pisani, 51 di Cosenza, è stato disposto il non luogo a procedere. Tutti sono accusati dal Pubblico Ministero della Procura di Cosenza Dott. Salvatore Di Maio, di omicidio colposo “perché in cooperazione tra loro, nelle rispettive qualità di Medici in servizio presso l’Area Sanitaria del Carcere di Castrovillari e l’Azienda Ospedaliera di Cosenza, cagionarono la morte del paziente intervenuta per shock emorragico da anemizzazione acuta conseguente a sanguinamento massivo di ulcera perforata.
Un ulcera sviluppatasi in un soggetto portatore di ulcere gastriche antrali da stress, gastrite acuta ad impronta emorragica, stenosi pilorica, neuropatia degli arti inferiori, iperplasia prostatica benigna, cistite da catetere e stasi acusa pluriviscerale.” Montilli era il Direttore Sanitario dell’Istituto Penitenziario del Pollino che seguiva il detenuto Tavola mentre, tutti gli altri, sono Medici che all’epoca dei fatti prestavano servizio nel Reparto di Neurologia dell’Ospedale dell’Annunziata di Cosenza. Il processo è stato fissato dinanzi al Tribunale di Cosenza, Sezione Penale in composizione Monocratica per il prossimo 6 febbraio 2014.
Agli atti, oltre alla denuncia dei congiunti del detenuto, un Esposto sottoscritto dal radicale Emilio Quintieri ed una Interrogazione Parlamentare ai Ministri della Giustizia e della Salute presentata dalla Delegazione Radicale alla Camera dei Deputati (Prima firmataria On.le Rita Bernardini) vi sono gli esiti degli accertamenti necroscopici disposti dalla Procura della Repubblica di Cosenza ed eseguiti dai Medici Legali Berardo Cavalcanti e Vannio Vercillo ai quali ha partecipato anche il Medico Legale Francesca Pepe, nominato dalla famiglia Tavola che è rappresentata e difesa dagli Avvocati Marco Bianco ed Alessandro Gaeta del Foro di Paola.
Il cetrarese, arrestato il 21 gennaio 2012 per spaccio di sostanze stupefacenti, è spirato il 26 giugno 2012 nel primo pomeriggio in una camera di sicurezza posta al quinto piano dell’Ospedale Annunziata di Cosenza dopo essere stato ristretto dapprima presso la Casa Circondariale di Paola e poi presso quella di Castrovillari dove le sue condizioni si sono misteriosamente aggravate tanto che non riusciva nemmeno più a deambulare finendo sulla sedia a rotelle. Nonostante un quadro sanitario allarmante e le diverse richieste fatte sia dal detenuto che dai suoi familiari non gli venne data la possibilità di essere sottoposto a visite specialistiche al fin di intervenire adeguatamente con le cure appropriate.
Ci volle lo svenimento e la perdita dei sensi in cella del Tavola per farlo trasportare in Ospedale ove i Sanitari rilevarono non meglio definiti problemi neurologici, escludendo categoricamente che lo stesso fosse in pericolo di vita. Difatti, quando spirò, non erano chiare le cause della morte che, solo in seguito, vennero a galla con l’ispezione cadaverica esterna ed interna disposta dall’Autorità Giudiziaria sulla salma che venne subito sottoposta a sequestro. Aldo Tavola fu l’ottantunesima persona detenuta delle 154 passate a miglior vita nel 2012 all’interno delle disumane e sovraffollate Carceri italiane, 60 delle quali per suicidio.
Avevamo posto al Governo delle specifiche domande sulla morte di Aldo Tavola con gli atti di Sindacato Ispettivo Parlamentare indirizzati ai Ministri della Giustizia e della Salute Paola Severino e Renato Balduzzi – dichiara il Radicale Emilio Quintieri – ma, a seguito della conclusione anticipata della legislatura, non avemmo alcuna risposta.
Più precisamente, i Deputati Radicali Rita Bernardini, Matteo Mecacci, Elisabetta Zamparutti, Maria Antonietta Farina Coscioni, Marco Beltrandi e Maurizio Turco, chiedevano quali iniziative intendevano intraprendere i Ministri, negli ambiti di rispettiva competenza, per fare piena luce su questo decesso, in particolare, chiarendo: “quale sia stata l’esatta dinamica del decesso e le cause del decesso di Aldo Tavola; se e come sia stata prestata l’assistenza medica al detenuto durante la sua permanenza in carcere anche con riferimento all’opportunità e alla tempestività del ricovero; quali siano le condizioni umane e sociali della Casa Circondariale di Castrovillari e se, all’interno della stessa, sia garantita l’assistenza sanitaria ai detenuti; in particolare se non si ritenga di assumere sollecite, mirate ed efficaci iniziative, per quanto di competenza, anche a seguito di immediate verifiche ispettive in loco, volte a garantire il rispetto della Costituzione, della Legge e dei Regolamenti.”
Pertanto, solleciterò nuovamente la presentazione di una Interrogazione ai Ministri della Giustizia e della Salute Anna Maria Cancellieri e Beatrice Lorenzin perché rispondano in Parlamento in merito alle precise domande già formulate ai loro predecessori sulla misteriosa morte di Aldo Tavola tenendo anche conto dell’esito della vicenda dal punto di vista giudiziario.
Bisogna fare chiarezza – conclude Emilio Quintieri – perché sono tanti quelli che entrano sani in Carcere per uscirne cadaveri o comunque più morti che vivi. E coloro che sbagliano debbono pagare ed essere rimossi dai loro incarichi per evitare che altri debbano cessare di vivere in condizioni orribili così come è morto il povero Tavola. Chiederò infine a Patrizio Gonnella, Presidente Nazionale di Antigone Onlus, Associazione per i Diritti e le Garanzie nel Sistema Penale, di costituirsi parte civile con i propri legali e di affiancare i difensori della famiglia Tavola nel processo”.