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Diamante :: Gli ambientalisti del Tirreno chiedo il blocco del porto.

DIAMANTE :: 03/08/2011 :: Ripartono all’attacco gli ambientalisti per cercare di fermare lo scempio ambientale che si sta svolgendo nell’indifferenza delle istituzioni sulla più bella scogliera della Calabria. Riteniamo illeggittimo il decreto fatto dalla regione , da parte del dipartimento opere pubbliche , a favore della ditta che sta svolgendo i lavori per conto del farmacista cosentino Graziano Santoro, di 1 milione e mezzo di euro per opere collaterali alla costruzione del porto di Diamante.

Non è stato fatto nessun atto consiliare, nè alcuna gara di appalto di rifinanziamento, nè esiste ancora una progettazione approvata dal Comune di Diamante e dalla Soprintendenza ai beni Ambientali, essendo la zona protetta da leggi specificatamente fatte sin dal 1970. Difatti nell’appprovazione del progetto del porto di Diamante, la Soprintendenza di Cosenza ha posto delle prescrizioni riguardanti proprio la protezione della Posidonia e della scogliera, imponendo la distanza di venti metri dal muro sottostante il lungomare. Come fa ora, l’assessore Gentile a portare un finanziamento di 1 milione e mezzo di euro su un opera, quale l’allargamento del lungomare fino a 9 metri di larghezza, senza alcuna autorizzazione ? Per questo motivo gli ambientalisti hanno inviato una denuncia alla Soprintendenza di Cosenza chiedendo un immediato intervento per tutelare quello che resta della scogliera e vigilare sulle opere fin ad ora fatte. Questa la denuncia alla Soprintendenza :

Il porto di Diamante è fermo da qualche mese per una richiesta di revisione dei lavori in corso. Non abbiamo avuto la possibilità di vedere la nuova progettazione ,  non sappiamo neanche se esista una nuova progettazione, sappiamo solo che è stato richiesto uno stato di avanzamento dei lavori e che la Regione Calabria ha acconsentito ad un ulteriore nuovo finanziamento per permettere queste nuove opere. Se sono vere le voci che circolano nel paese, si dice che debbano costruire un capannone per il rimessaggio delle barche nello spiazzale grande e che i massi del sopraflutto debbano andare ad occupare più area esterna a quella attuale . Se tutto questo fosse vero , pensiamo che la nuova progettazione stravolga la precedente e che i massi si allarghino proprio sull’area sic , mentre il capannone dal punto di vista dell’impatto ambientale stravolgerebbe tutta la precedente progettazione.

Chiediamo a questa Soprintendenza la verifica di quanto sopra scritto e nel caso che fosse tutto veritiero come temiamo,  crediamo che non si possa risolvere con una semplice conferenza dei servizi ma che occorra una nuova VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE.

E’ chiaro che come ambientalisti non ci fermeremo qui ed attendiamo gli interventi del WWF e della Legambiente che nel passato hanno più volte denunciato gli scempi ambientali sulla scogliera di Diamante, così come chiediamo alla Procura di Paola di controllare se tutte le procedure di finanziamento e di appalti siano avvenute nelle norme di legge.  

Movimento ambientalista del Tirreno / Rete difesa del territorio “Franco Nisticò”