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Gioia Tauro :: Senza risorse il porto di Gioia Tauro.

GIOIA TAURO :: 23/11/2007 :: La Legge Finanziaria e la ripartizione ministeriale dei finanziamenti colpiscono duramente il Porto di Gioia Tauro, lasciandolo senza risorse e mettendo una ipoteca negativa sul suo futuro.Infatti, si è appreso in questi giorni che il Ministero dei Trasporti ha escluso il porto di Gioia Tauro dalla distribuzione delle risorse del fondo perequativo.

Il PdCI della Calabria per questo nell’esprime stupore e sconcerto per questa improvvida e penalizzate iniziativa ministeriale, condanna un atto che è di una gravità senza precedenti. Secondo quanto abbiamo appreso l’iniquo decreto ministeriale è già in fase di registrazione presso la Corte dei Conti e secondo quanto da esso stabilito, cospicui finanziamenti andranno a strutture portuali che invece, in ragione del tipo di attività svolta, proprio dalle norme sull’autonomia finanziaria hanno già ottenuto sensibili benefici in termini di incremento delle entrate.C’è da ricordare, infatti, che la Legge Finanziaria 2007 ha introdotto principi di autonomia finanziaria delle Autorità portuali attribuendo alle stesse gli introiti derivanti dalle tasse sulle merci e dalle tasse di ancoraggio, precedentemente destinate al pubblico erario. Al contempo sono stati soppressi gli stanziamenti ministeriali destinati all’esecuzione dei lavori di manutenzione nei porti. Proprio allo scopo di bilanciare gli squilibri nelle entrate derivanti dagli introiti distribuiti in ragione del tipo di attività, in misura non omogenea per le diverse Autorità Portuali, la Finanziaria del 2007 aveva anche istituito un Fondo perequativo di importo pari a 50 milioni di euro da ripartire annualmente ai porti che sono stati svantaggiati e danneggiati dagli altri provvedimenti. Tra questi il Porto di Gioia Tauro è stato tra i più penalizzati e pertanto avrebbe dovuto ricevere una adeguata compensazione attraverso il predetto fondo perequativo. Ciò purtroppo non è avvenuto.Peraltro occorre ricordare che l’introduzione dello strumento dell’autonomia finanziaria ha già penalizzato il porto di Gioia Tauro, in quanto il transhipment (per il quale Gioia Tauro ha il primato nel Mediterraneo con 3,5 di teus movimentati ogni anno) principale attività dello scalo, non produce ricavi a vantaggio di Gioia Tauro in termini di tasse sulle merci. Inoltre anche per quanto riguarda le entrate relative alla tassa di ancoraggio non c’è alcuna reale ricaduta a favore del porto di Gioia Tauro visto che la legge dà la possibilità agli armatori di fare abbonamenti annuali da corrispondere in qualunque scalo del territorio nazionale senza alcun vincolo e vantaggio del porto in cui si effettuano le attività.Pertanto considerate le evidenti e su menzionate penalizzazioni subite dal porto di Gioia Tauro ci saremmo aspettati che il Ministro dei Trasporti nell’ambito della ripartizione del fondo perequativo assegnasse una cospicua quota all’Autorità portale di Gioia Tauro anche in considerazione del fatto che proprio il Ministero dei Trasporti ha deciso l’estendimento della competenza dell’autorità portuali di Gioia Tauro anche ai porti di Corigliano e Crotone aumentando quindi notevolmente i costi di gestione a carico della Autorità portale di Gioia Tauro.Si evidenzia, altresì, che l’attività operatività di Gioia Tauro, produce entrate notevoli a favore degli altri scali portuali del territorio nazionale che, attraverso servizi di federaggio, ricevono le merci transitate proprio da Gioia Tauro e questa attività  dunque produce vantaggi e entrate non per il porto calabrese  ma per gli altri scali portuali. Per tutto questo il Partito dei Comunisti Italiani chiede l’immediato ritiro del decreto del Ministero dei Trasporti riguardante il fondo perequativo e una sua riproposizione mediante le opportune modifiche al fine di garantire l’erogazione di una quota importante di questo fondo a favore dell’autorità portuali di Gioia Tauro, anche in ragione del fatto che il porto di Gioia Tauro è una risorsa strategica fondamentale per lo sviluppo dell’intero paese e quindi in quanto tale va adeguatamente sostenuto e valorizzato.