REGGIO CALABRIA :: 14/01/2022 :: Nella mattinata di ieri 13 gennaio, è stata depositata, presso il Consiglio Regionale della Calabria, a firma Davide Tavernise, Capogruppo M5S, un’interrogazione a risposta scritta, relativa al discusso impianto di trattamento dei rifiuti pericolosi e non, ricadente nel Comune di Tortora (Cs).
“Quali incisive iniziative, intende assumere la Regione Calabria, per evitare irreversibili danni, ambientali ed economici, ad aree di grande pregio e a forte valenza turistica, quali il sito SIC <Valle del Noce> nonché ai Comuni di Tortora, Praia a Mare, San Nicola Arcella?”, chiede Tavernise alla giunta regionale calabrese.
“Prima di rilasciare autorizzazioni – prosegue – all’eventuale riapertura dell’impianto rifiuti pericolosi e non, in località San Sago, oggi chiuso, ritiene la regione di dover svolgere, a tutela dei citati territori, un’istruttoria completa ed approfondita, non superficiale, dunque, come sembra sia stato fatto da parte della Regione Basilicata?”, ancora, “Considerati gli interessi costituzionali da tutelare, quali la salute, l’ambiente, l’economia del territorio, si ritiene di dover procedere ad una valutazione analitica, dettagliata, per tutte le tipologie di rifiuti di cui ai codici CER, verificando sul posto la reale funzionalità dell’impianto al trattamento depurativo degli stessi, alla luce delle rilevanti problematiche susseguenti dal lontano 1992?”. Sono le richieste più rilevanti, proposte da Tavernise nella sua interrogazione, per sollecitare una ferma presa di posizione della giunta regionale, su una questione datata nel tempo ma sempre attuale, per il susseguirsi di vicende burocratiche e giudiziarie investente un’ampia porzione di territorio ricadente tra Calabria e Basilicata.
“Si intende ricorrere a Valutazione di Impatto Ambientale – chiede infine Tavernise – visto che l’impianto era autorizzato a trattare rifiuti riferiti a 322 codici CER, molti dei quali rifiuti pericolosi, tra cui il petrolio, scaricando nel torrente Pizinno confluente, dopo brevissimo tragitto, nel fiume Noce?”.
LA VICENDA – Nel 1992 l’autorizzazione del Comune di Tortora per un impianto privato destinato a trattare rifiuti liquidi speciali non pericolosi. Negli anni la conversione ad impianto, sempre privato, per il trattamento di rifiuti speciali pericolosi e non. Il 27 novembre 2013, però, un sequestro giudiziario, disposto dalla Procura di Paola, ferma l’impianto. Ad essere contestate sono una serie di violazioni alle regole e ai limiti dettati dall’autorizzazione regionale. L’impianto, trattante 300 metri cubi al giorno di reflui urbani e industriali, in buona parte pericolosi, viene fermato anche dalla Regione Calabria, attraverso la sospensione della necessaria autorizzazione AIA. Impianto a tutt’oggi non funzionante.
Nel 2016, quindi, arrivano il dissequestro e la richiesta della Co.Gi.Fe. Ambiente S.r.l. di riprendere l’attività di smaltimento dei rifiuti. La Regione Calabria invita, così, l’azienda, a presentare, presso la Regione Basilicata, istanza di valutazione di incidenza rispetto al SIC Valle del Noce, sito di interesse comunitario che si estende fino alla regione lucana. Il 23 aprile del 2021 il parere favorevole all’istanza di valutazione di incidenza. Ma nel mese di dicembre la svolta. All’unanimità il Consiglio Regionale della Basilicata approva una mozione che impegna la Giunta lucana ad approfondire l’istruttoria, relativa alla valutazione di incidenza, sospendendo l’efficacia del provvedimento rilasciato e ad avviare un’interlocuzione con la Regione Calabria, titolato a rilasciare l’autorizzazione di riapertura.
Da qui l’interrogazione del M5S, a firma Tavernise, per scongiurare la malaugurata autorizzazione di riapertura.