Isola Capo Rizzuto :: Carnevale familiare a Isola per tutti i gruppi e i bimbi del Cda di S.Anna.
Ogni gruppo di ragazzi, si è mascherato seguendo i colori e l’abbigliamento dei diversi popoli del mondo: cinesi, pelle rossa, africani e così via, per testimoniare che anche nelle differenze si possono creare occasioni di convivenza e amicizia. “Carnevale familiare: insieme in una grande famiglia per un mondo migliore”, è stato infatti lo slogan della manifestazione, che ha coinvolto non solo tutti i gruppi dell’associazione, ma anche tutti i cittadini di Isola, che si sono ritrovati in piazza per trascorrere un pomeriggio diverso. Carnevale è stato anche al Centro d’accoglienza S.Anna, dove i piccoli ospiti della ludoteca (appartenenti realmente a Nazioni diverse fra di loro) hanno fatto festa con coriandoli, schiuma e mascherine colorate, sfilando per i vari settori del Centro e negli uffici. Doppia festa (domenica e ieri pomeriggio), pure per i giovani diversamente abili del “Centro Matteo 25”, della Misericordia che non solo hanno preso parte alla festa in maschera, ma hanno partecipato anche nella realizzazione degli abiti. Alcune settimane prima della festa, infatti, gli operatori del Centro hanno guidato i ragazzi alla conoscenza del tema della famiglia, preparando insieme a loro i vestiti di carnevale legati al film d’animazione “La gang del bosco”. “Tutti gli animali di cui si sono mascherati i giovani diversamente abili, pur nelle loro differenze, sono riusciti a convivere fra loro”. Questo il senso dell’iniziativa spiegato dalla responsabile del Centro Matteo, Antonietta Caccia, la quale ha evidenziato: “Il tema dell’iniziativa è stato seguito dettagliatamente dai ragazzi, i quali hanno avuto la possibilità attraverso la visione del cartone animato e la spiegazione di concetti quali il rispetto, l’unione e la convivenza fra animali diversi tra loro, ma capaci di volersi bene nonostante le differenze, di comprendere il senso dell’amicizia”. Un’occasione per ridurre l’emarginazione sociale e creare momenti di socializzazione non solo fra i ragazzi diversamente abili e i loro coetanei, ma tra gli stessi cittadini del territorio e i loro figli, che spesse volte hanno poche occasioni di trascorrere insieme momenti ludici.