Isola Capo Rizzuto :: “L’attuale situazione dei diritti umani in Iraq” in un seminario.
Organizzata da Misericordia di Isola (ente gestore del Cara S.Anna) e dall’Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), quella odierna rappresenta solo il primo di una lunga serie di incontri che nascono dalla collaborazione fra i due enti, al fine di stabilire nuove relazioni diplomatiche ed internazionali per accrescere sempre di più le qualità delle attività della Misericordia che sono svolte totalmente a favore ed a beneficio della gente di questo territorio. Presenti gli operatori del Cara S.Anna che per una mattinata hanno incentrato la loro attenzione più che sull’immigrato iracheno e la sua storia, sulle origini dei conflitti presenti nel suo paese d’origine. “Quello di oggi vuole essere un momento di formazione e condivisione – ha spiegato Domenico Chirico, direttore dell’associazione di volontariato per la solidarietà internazionale “Un ponte per…” – tra noi che lottiamo ogni giorno per la difesa dei diritti dei detenuti, per l’assistenza legale e per la riabilitazione delle vittime della tortura e voi operatori che a vario titolo accogliete e gestite le problematiche degli immigrati. Quello che abbiamo intrapreso, è un percorso che dal 2005 ha visto la formazione di operatori di 30 associazioni irachene sui diritti dei detenuti e le pratiche dell’assistenza, e sta raccogliendo riconoscimenti significativi: dal governo dell’Iraq che ha ratificato la Convenzione contro la tortura grazie alle pressioni degli attivisti per i diritti umani degli iracheni, alle associazioni Jnp che collaboreranno con Human rights watch nella redazione del loro rapporto sull’Iraq e che hanno già contribuito al rapporto redatto dall’Onu sui diritti umani nel Paese, mettendo in luce le mille debolezze del bacino Medio Orientale”. All’incontro, moderato dal direttore generale della Misericordia, Pasquale Ribecco, hanno preso parte anche l’assessore provinciale alle politiche sociali e immigrazione Salvatore Pane e in rappresentanza dell’Unhcr, l’avvocato Andrea De Bonis.