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Montalto Uffugo :: ‘Brise De Mer’ Fogli d’Album di Ruggero Leoncavallo, della Da Ponte Ensemble.

MONTALTO UFFUGO :: 31/12/2012 :: Sono quasi tutti calabresi i componenti della “Da Ponte Ensemble”, il gruppo che interpreta “Brise de Mer”, Fogli d’album di Ruggero Leoncavallo, in un cd che, come tante piccole perle racchiuse in uno scrigno, riunisce tutto ciò che di inedito e inascoltato è emerso dalla ricerca musicologica del “Tritono”.

Si tratta di un’Associazione, un centro di produzione musicale presieduto da Monica Sanfilippo musicologa e docente in materie umanistiche, di origini calabresi, che con un certosino lavorìo ha portato alla luce dai fondi delle biblioteche, le composizioni che precedettero il successo di “Pagliacci”.

Il riferimento è al Leoncavallo che visse da “bohèmien”a Parigi impartendo lezioni di pianoforte, scrivendo canzoni e suonando la sera nei caffè concerto, ma anche al Leoncavallo che a Bologna aveva frequentato le lezioni universitarie di Giosué Carducci e conosciuto Giovanni Pascoli con altri futuri letterati.

Piccole perle si diceva, che anche nel cd precedono l’interpretazione del violinista e direttore d’orchestra Luigi De Filippi, di un pot pourri su “Pagliacci” di Bernhard Wolff e su “Boheme”di Gellio Benvenuto Coronaro, avvalendosi  della collaborazione della soprano Elisabetta Russo e della violoncellista Martina Biondi. La freschezza emotiva e la dolce cantabilità degli splendidi inediti che si contrappone alla dirompente irruenza dei temi della tradizione verista in “Pagliacci”, fanno di questo cd una creazione del tutto originale, mentre risulta del tutto sorprendente l’interpretazione dell’ensemble effettuata negli studi di “Suoneria mediterranea”.

Non è un caso che l’opera “Pagliacci” fosse ambientata a Montalto Uffugo, cittadina in provincia di Cosenza ove Leoncavallo aveva vissuto parte della sua infanzia: i trascorsi del piccolo Ruggero riemergono prorompenti nell’opera che ne decretò il successo, proprio in un’epoca in cui le forti realtà  e contraddizioni sociali affiorano con tutta la loro inevitabile e purtroppo  ancora attuale irruenza e prepotenza. Un acceso lirismo ed  un impeto musicale che, sovrastando il tempo e lo spazio, ne rendono  universale ed eterno il proprio linguaggio.

Adriana Sabato