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“Mozart aiuta” di Enrico Esposito

di Enrico Esposito

Oggi ascoltare Mozart è di grande aiuto. “Il flauto magico” è l’opera che meglio rinfranca lo spirito e predispone ad affrontare nuove difficili prove. Ci si mette a contatto con una creazione musicale senza pari che risale al 1791, agli albori della modernità. Anche allora tutto sembrava negare all’umanità la possibilità di vivere felice, lontana da pregiudizi e tirannie. E invece Wolfgang e il suo confratello massone, Schikaneder, autore del pregevole libretto, invitano a puntare su valori universali come l’amicizia e la fratellanza per realizzare il bene dell’umanità.

Si compone di due atti, nella forma del Singspiel, caratterizzata dall’uso della lingua tedesca al posto dell’italiano a lungo dominante nella lirica europea. Un’opera in cui confluiscono molti elementi: il teatro barocco, quello magico-popolare, l’esotismo e l’orientalismo per i suoi ricorrenti riferimenti alla religione anticoegizia. La musica sublime di Mozart sorregge una varietà di temi che ne fanno una pagina unica nella produzione europea. Un capolavoro ineguagliato e incomparabile, che si presta, proprio per la varietà degli elementi, a diverse interpretazioni.

Per noi oggi, bersaglio di un virus pressoché invincibile, è una lezione di coraggio e altruismo. Tamino e Pamina devono fronteggiare ostacoli insormontabili e solo con la forza del loro amore riusciranno nell’impresa, perché nel loro cuore palpita desiderio di bene. “Dobbiamo rallegrarci dell’amore, noi solo grazie all’more viviamo”, cantano i due giovani innamorati. Ma per arrivare a realizzare così grande scopo devono superare varie prove. La più insidiosa è quella suggerita dalla Regina della Notte, personificazione artistica della superstizione e dell’ignoranza. In soccorso si presenta Papageno, un cacciatore di uccelli che vive tra i monti una vita rivolta solo a soddisfare i bisogni primari, mangiare, bere, dormire, senza però il conforto di una bella ragazza che gli possa far sopportare la solitudine.

Ma ci sono anche i sacerdoti della religione di Iside e Osiride, che indicano ai due innamorati la tortuosa strada dell’iniziazione ai misteri, per la loro salvezza. Se supereranno le prove, del silenzio, della discrezione e della fermezza, saranno premiati e il loro amore vincerà tenendoli uniti per sempre.  Al suono del magico flauto di Tamino e dei campanelli fatati di Papageno, entreranno nei templi della Ragione, della Natura e della Saggezza. Qui si uniranno alla confraternita degli iniziati e la loro vita cambierà per sempre.

“Solo l’armonia dell’amicizia attenua i dissidi; senza questa simpatia d’affetti non c’è felicità sulla terra” cantano i due giovani sul cammino della purificazione. E il coro alla presenza del gran sacerdote Sarastro, che ha punito a dovere Monostatos lascivamente invaghito di Pamina, così esulta: “Quando virtù e giustizia cospargono di gloria il cammino dei grandi, allora le terra è un regno celeste e i mortali eguagliano gli dei!” La Regina della Notte viene sconfitta e precipitata nell’inferno, una nuova luce rischiara la terra. Ma il tutto avviene nella benevolenza e nella comprensione.

“In queste sacre sale” dice Sarastro “non si conosce la vendetta! E se un uomo è caduto, l’amore lo conduce al dovere. In queste sacre mura, dove l’uomo ama l’uomo, non può nascondersi nessun traditore, perché il nemico viene perdonato. Chi non onora tali insegnamenti, non merita di essere un uomo!” Papageno trova finalmente la fanciulla che desidera e riprende a vivere la sua vita tra i boschi, senza che nessuno gli rimproveri nulla. Pamina e Tamino vivranno insieme per tutta la vita e l’ultimo canto suggella la vittoria: “La fermezza ha vinto e incorona quale premio la bellezza e la saggezza con lode eterna!” Chi potrebbe affermare oggi che non ci sia bisogno ti tanta tolleranza e di tanto desiderio di pace e bene?