Pizzo Calabro :: Intervento di Pippo Callipo sulla riforma dell’art. 41.
Ciò che chiedono gli imprenditori, soprattutto nel Sud, non sono altre norme e neanche polemiche infinite, ma provvedimenti precisi che, da un lato, aiutino chi ha buone idee a concretizzarle e, dall'altro, taglino rami secchi e parassitari dentro cui si nasconde la burocrazia corrotta e i nodi che strozzano l'iniziativa privata, costretta, se vuole conseguire le sue finalità, a sottostare ai cento condizionamenti di cui in questo Paese si parla troppo poco. Non vorremmo che dietro questa trovata, dopo la Banca del Sud, il Ponte dello Stretto ed altre sparate ad effetto che non arrecano alcun beneficio al Sud, ci fosse la definitiva rinuncia ad affrontare, con serietà e forza, l'eterna questione meridionale, fatta di sottosviluppo ed illegalità, di cattiva politica e uso improduttivo della spesa pubblica. A me pare che la manovra economica del Governo, tagliando a casaccio e riducendo in astratto, contenga quantomeno due vizi fondamentali.
Il primo: non taglia in profondità i costi della politica, eliminando enti inutili e disboscando la selva di clientelismi e assistenzialismi utili al riciclaggio della più vecchia classe politica d'Europa; il secondo: manca assolutamente di alcun disegno strategico per porre fine ai mali del Sud, cosicché dalla promessa del Piano Marchall per il rilancio del Mezzogiorno, fatta l'estate scorsa, si giunge ai tagli di questi giorni che riducono servizi per i cittadini e fondi per gli enti locali. Ancora una volta questo Governo in mano alla Lega, dimostra di avere una sola linea: sottrarre risorse finalizzate al Mezzogiorno per agevolare le aree ricche del Paese. Una scelta di campo che noi meridionali non possiamo accettare, pur riconoscendo di avere, nelle nostre regioni, fatte le debite eccezioni, una rappresentanza politica che sui disastri del Mezzogiorno, anziché opporsi con risolutezza, ha soltanto lucrato le proprie, immeritate, fortune elettorali ".