Praia a Mare (Cs) :: Ospedale: puntare alla ravoca della delibera numero 2838 dell’Asp di Cosenza.
PRAIA A MARE :: 24/07/2008 :: Il consiglio comunale aperto a Praia a Mare, lunedì scorso, ha prodotto i suoi effetti. L’assessore alla sanità, Francesco Marsiglia, nell’interesse della comunità locale e dei paesi dell’alto Tirreno cosentino ha proposto all’intero consiglio comunale la revoca immediata della delibera n° 2838 dell’Asp di Cosenza, sottoponendola in ben cinque punti.
All’indomani del consiglio è stato inviato un fax dal presidio ospedaliero di Praia a Mare in cui si afferma che “tenuto conto, previa intesa verbale con il direttore sanitario dell’Asp di Cosenza, della necessità dell’obbligo della garanzia delle attività istituzionali, a cura del personale della U.O. di ostetricia e ginecologia e del M.O. di pediatria e nido del P.O. di Praia a Mare, nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza, si dispone, nelle more dell’emanazione, a cura della direzione generale dell’Asp di Cosenza, delle direttive di applicazione della deliberazione n° 2838 del 14 luglio scorso, che, fermo restando quanto disposto con la determinazione in argomento, il personale medico, infermieristico, ostetrico ed ausiliario delle UU.OO. accorpate continui ad operare secondo gli ambiti professionali di competenza, antecedenti all’adozione del provvedimento più volte menzionato”. C’è la necessità di riorganizzare gli ospedali perché si possono aumentare i numeri nei vari ospedali. A fare il punto sulla questione sanità, Vincenzo Cesareo, direttore sanitario dell’ospedale di Praia, in rappresentanza del direttore generale Francesco Petramala, ha evidenziato che l’Asp non può fare altro che quello che sta facendo. La dichiarazioni fatte dal direttore sanitario di Praia sono state immediatamente contestate dalla platea soprattutto quando si è parlato di percentuali. Vincenzo Cesareo ha evidenziato che il 40% dei calabresi si reca in altre regioni come il Lazio, la Lombardia per farsi curare e questo comporta un esborso da parte della regione Calabria, il 70% dei ricoveri sono impropri e per concludere che nell’ambito dell’ex Asl n° 1 nel settore della cardiologia non è stato mai applicato un “peace maker”. Tra i contestatori anche un socio del Forum del Mediterraneo, Pino Cardillo, risentito ed amareggiato, dinanzi alla percentuale del 40%, in quanto è costretto spesso a recarsi in Lombardia per far fronte alla sua salute. Più volte messa in discussione la sua battaglia, Pino Cardillo asserisce che “non ho alcuno scopo, non ho alcuna attività, se non quello di sensibilizzare i cosiddetti politici e difendere i diritti dei cittadini e della nostra salute. Sono un pensionato a tempo pieno, non sono in nessun libro paga, ed i miei familiari diretti non hanno alcuna attività da oltre cinque anni. L’interesse è unicamente quello di difendere il diritto alla salute”. Dal consiglio comunale è emerso anche che bisognava allarmarsi prima quando il primario di ginecologia di Praia (ndr d.ssa Mistorni) è stato trasferito a Cetraro senza che sia stata alzata alcuna voce e lasciando un reparto smembrato. Il campanello d’allarme doveva scattare con il trasferimento del reparto di oculistica, sia da parte dei sindacati e sia da parte dei politici. E’ da evidenziare che, negli ultimi tempi, nel territorio dell’alto Tirreno cosentino c’è un proliferare di ambulatori oculistici privati proprio perché il territorio di Cetraro è difficilmente raggiungibile, basti pensare a tutte le varie contrade del Comune di Tortora. L’ospedale di Praia a Mare da anni è sempre attivo e non lo si può declassare solo per demeriti di altri nosocomi. All’incontro è intervenuto anche il sindaco di Scalea, Mario Russo, che ha aderito all’iniziativa della comunità praiese, senza però attivarsi per avallare la proposta lanciata già da diverse settimane da parte del Forum del Mediterraneo. Proprio il presidente del Forum, Ettore Biondi, ha auspicato che il primo cittadino possa promuovere iniziative per accentrare l’attenzione sull’ospedale di Scalea. Il Forum sta denunciando da tempo i numerosi casi di tumore su questo territorio che necessitano la presenza di “poli di eccellenza”.
Emilia Manco