PRAIA A MARE :: 06/08/2012 :: Un ceppo d’ancora in piombo risalente all’età romana imperiale è stato recuperato nelle acque circostanti l’isola di Dino, nel Tirreno cosentino. L’operazione di recupero è avvenuta in collaborazione tra Parco Marino Riviera dei Cedri, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria e Comune di Praia a Mare. Il reperto, spiega una nota, “doveva appartenere ad una imbarcazione di piccola stazza alla fonda nelle acque circostanti l’isola di Dino in un periodo di intensi traffici commerciali nel Mediterraneo.
Il reperto – si legge – conferma come l’alto Tirreno calabrese, data la sua collocazione lungo la rotta tra la Sicilia e Roma, rappresentasse un importante riferimento per la navigazione antica. Studi piu’ approfonditi da parte degli archeologi della Soprintendenza consentiranno di approfondirne meglio l’inquadramento”.
Il recupero è stato effettuato dai subacquei del Diving center “Dino Sub”, guidati da Giorgio Chiappetta, che tempo fa aveva scoperto il manufatto, con l’assistenza del Diving center “Deep Inside”, presieduto da Stefano Gallico. Al coordinamento delle operazioni hanno partecipano anche Ciriaco Astorino e Piero Di Giuseppe, rispettivamente presidente e direttore del Parco regionale marino “Riviera dei Cedri”, Rosa Ceglie, consigliere delegato all’Ambiente del Comune di Praia a Mare, e Gregorio Aversa, direttore archeologico della Soprintendenza per i Beni archeologici della Calabria, nonché’ il personale della Capitaneria di porto di Maratea (Pz).
L’ancora, che e’ stata individuata sui fondali, potrebbe appartenere, secondo gli esperti, a una nave, probabilmente commerciale, di epoca romana. A quei tempi, infatti, l’isola di Dino forniva un riparo naturale e uno scalo importante alle navi in navigazione nel mar Tirreno. Dopo il ritrovamento il reperto è stato preso in custodia dalla Soprintendenza per i Beni archeologici, che effettuerà tutti gli studi del caso nella sede distaccata di Scalea (Cs).
