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Rende (Cs) :: ArpaCal: messa in sicurezza di un parafulmine.

RENDE :: 18/03/2009 :: Il Dipartimento provinciale Arpacal di Cosenza, con i tecnici del Servizio Laboratorio Fisico diretto dalla Dr.ssa Raffaella Trozzo, è intervenuto a Rende (CS), insieme al personale del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, per verificare se un parafulmine posizionato sul tetto dell’edificio comunale, e presumibilmente divelto nei giorni scorsi a causa delle intemperie, fosse o meno di tipo radioattivo.

Su molti edifici pubblici, infatti – soprattutto negli anni Settanta – furono installati parafulmini (impiegati per la protezione dalle scariche elettriche prodotte dalle perturbazioni) dotati di un componente metallico radioattivo (l’Americio -241 della famiglia degli attinidi ottenuto bombardando il plutonio con neutroni), che aveva la funzione di ionizzare l'aria circostante la punta del parafulmine e facilitare, quindi, l'efficacia dell'asta ad attirare su di sé il fulmine piuttosto che sull'edificio. Gli operatori del servizio hanno effettuato i primi rilievi con la strumentazione in loro dotazione (radiometro contatore Geiger-Muller) escludendo la presenza di radioattività artificiale e, quindi, un incremento significativo del fondo medio ambientale del luogo. Gli operatori dell’Arpacal si sono portati in prossimità dell’installazione mediante il cestello elevatore dei Vigili del Fuoco compiendo ulteriori misurazioni e accertando definitivamente la non pericolosità del parafulmine, che i Vigili del Fuoco hanno provveduto immediatamente alla messa in sicurezza. “Questi parafulmini – spiega la Dr.ssa Raffaella Trozzo, dirigente del Servizio Laboratorio Fisico dell’Arpacal di Cosenza – allo stato risultano quasi sempre non in funzione e, quindi, privi di manutenzione e controlli, per cui esiste il potenziale rischio che le sorgenti radioattive possano disperdersi nell’ambiente. Dal punto di vista sanitario il rischio biologico dell’Americio – 241 può derivare principalmente dall’ingestione e dall’inalazione. A contatto con l’esterno, visto che le particelle alfa prodotte da questo metallo possono essere schermate o frenate dall’aria già a pochi millimetri di distanza, risulta in genere irrilevante. Occorre, però, che questi impianti siano sempre correttamente gestiti. In provincia di Cosenza questo Servizio ha condotto, su richiesta delle Procure, una campagna di censimento, individuazione e monitoraggio degli impianti, collaborando alla rimozione, a cura di ditte appositamente autorizzate, di tutti i parafulmini segnalati e identificati  di tipo radioattivo”. Informato dell’intervento sul territorio, il Commissario dell’Arpacal, Prof. Vincenzo Mollace, ha disposto l’attivazione di un monitoraggio su tutto il territorio regionale per la verifica e il censimento degli impianti ancora presenti con questo tipo di materiali radioattivi.