Rende :: Laboratorio di Antimafia Unical, venerdì 13 dicembre seminario sugli Ultimi come nucleo di r-esistenza alla società del profitto e della violenza.
RENDE :: 11/12/2019 :: Si terrà venerdì 13 dicembre alle ore 10.45, presso l’aula Solano del cubo 19/B, il seminario sulla Ultimità intesa come nucleo di r-esistenza alla società del profitto e della violenza.
La discussione coordinata da Giancarlo Costabile, sarà introdotta dal docente Unical Luca Parisoli, tra i maggiori studiosi al mondo della figura di Francesco d’Assisi e del Francescanesimo. Al dibattito interverranno Padre Vincenzo Macchia e Padre Alessandro Scaglia della Comunità degli Oblati della Chiesa di San Domenico in Cosenza. La cornice della discussione è rappresentata dal percorso di didattica sociale del Laboratorio di Pedagogia dell’Antimafia dell’Università della Calabria, nato il 23 maggio 2011 e giunto al suo nono anno di attività.
“L’Ultimità, dichiara Giancarlo Costabile, è un concetto chiave per la costruzione di una proposta alternativa alla società delle mafie e alla loro piena legittimazione nel tessuto politico-economico della globalizzazione. Gli Ultimi sono un nucleo di r-esistenza fondamentale per ri-costruire l’idea stessa di relazione umana e convivenza civile. Le mafie sono diventate uno dei volti più precipui del sistema finanziario mondiale, e pensare di contrastarle con un approccio tradizionale alla legalità significa produrre soltanto una loro definitiva consacrazione nel processo di formazione delle classi dirigenti nazionali ed estere. Il recupero di soggettività degli Ultimi, chiude Costabile, è il luogo teorico-pratico per riaffermare la dignità umana come vincolo etico ai comportamenti sociali. Non può esistere nella società delle disuguaglianze territoriali e di classe alcuna convenienza alla legalità. Piuttosto è opportuno impegnarsi nella piena attuazione dei diritti di cittadinanza, a partire dalla tutela del lavoro e della salute della persona, quale leva per rendere effettiva ogni rimozione degli ostacoli che offendono l’esperienza umana, deturpandone quella che Lévinas chiamava Etica del Volto”.