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Roma :: Festival Internazionale di Letteratura Ebraica.

ROMA :: 23/10/2009 :: Il Comune di Roma e la Comunità Ebraica di Roma, dopo il successo ottenuto nel 2008 apprezzato da oltre 6.000 persone, propongono la seconda edizione di questo evento culturale in cui scrittori, giornalisti, storici e attori internazionali condividono e si confrontano su esperienze e nuove espressioni dell'identità ebraica.

I temi di questa nuova edizione si muovono attraverso i labirinti della memoria invasi da racconti di vita ,traducendosi in visioni e speranze per la società civile, all'insegna del dialogo e dell'impegno. Il filo conduttore tra le parole e i personaggi è dato da “Storia e giornalismo – letteratura e sogno” che si trasformerà in un viaggio tra le voci di autorevoli scrittori ed intellettuali di origine italiana, statunitense e israeliana. Una nuova finestra sulla cultura ebraica, con una serie di eventi dal 24 al 28 ottobre per “raccontare” l'ebraismo all'inizio di questo secolo, per analizzare quella serie di influenze, di contatti e affinità con le altre culture che costituiscono un ponte tra il mondo ebraico e la città che le ospita. Presenza illustre sarà Benny Morris, storico israeliano, rappresentante dei Nuovi Storici post-sionisti, gruppo di ricercatori, che ha rimesso in discussione alcune visioni dei conflitti arabo-israeliani, specie riguardo a quello del 1948 susseguente la proclamazione d'indipendenza dello Stato d'Israele. La cultura ebraica da secoli ha sviluppato una natura interna straordinariamente ricca e complessa, così come quella europea, ma è il solo esempio di civiltà senza territorio, custodita nei cuori e nei gesti della popolazione. Ha suscitato influenze linguistiche: il più celebre è l'yiddish ebraico-tedesco, ma anche il giudaico-piemontese e il giudaico-romanesco nato nel ghetto di Roma. Diversi e dolorosi gli esiti degli scontri fra ebraismo e le nazioni ospitanti: ricordiamo le persecuzioni e l'orrore della Shoah.

Il Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, afferma quanto la cultura ebraica sia una costola fondamentale della città di Roma, ravvisabile in cucina, nelle abitudini sociali, nelle forme dialettali. Un motivo di orgoglio. Non si parla di due culture, ma di un'unica visione del mondo.

“L'idea di questo festival è originale e non banale, altri sono segnati dalla competizione. E' un'opportunità di conoscenza della cultura ebraica e quindi dell'altro, quindi ha un valore positivo. Un'identità, una religione o un tipo di letteratura che si afferma e si racconta è opportunità di rilievo nazionale, un approccio e un punto di vista, un accrescimento e un arricchimento. A tal fine saranno messe in atto delle iniziative di coinvolgimento delle scuole per avvicinare le nuove generazioni”.

Aggiunge il suo contributo l'Assessore alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma Umberto Croppi: “… la questione del terrorismo, un tema attuale non solo legato alla cronaca ma un consistente fenomeno del '900, sarà oggetto dell'incontro del 27 ottobre, che vedrà il giornalista israeliano Nahum Barnea, il direttore de La Stampa ,Mario Calabresi e il corrispondente da New York de La Stampa, Maurizio Molinari, confrontarsi su questo argomento e ricondurre il ricordo degli attacchi terroristici e delle vittime, anche se in modo diverso, alla memoria collettiva israeliana, americana e italiana. Yehoshua Kenaz e Benny Barbash proporranno una chiave di lettura in occasione delle celebrazioni dei Cento anni di Tel Aviv, la città bianca, che include la massima concentrazione di architetture nazionaliste legate alla storia d'Israele”.

Attraverso un festival, come questo della Letteratura Ebraica a Roma, non si cerca soltanto di mostrare la diaspora ebraica italiana nella sua dimensione di apertura, ma anche di mettere in mostra e valorizzare il dialogo nel nostro territorio.

Ingresso libero fino esaurimento posti

 

Alessia Cinti

alessia.cinti@calnews.it