Sangineto :: Commercianti uniti contro l'Amministrazione Comunale.
SANGINETO :: 08/07/2010 :: Scheletri di fabbricati a deturpare il paesaggio, esercizi commerciali e complessi turistici chiusi, abbandonati come fosse pieno inverno, spiagge semideserte e poi rifiuti, sporcizia e incuria praticamente dappertutto. E’ la cartolina desolante di questa estate 2010 da Sangineto Lido, un tempo perla del Tirreno cosentino, buen ritiro di tanti professionisti ed intellettuali del capoluogo e oggi invece simbolo di un degrado comune, ma che qui si acuisce in maniera esponenziale.
La prima sensazione è quella di un paese fantasma, un comune rivierasco, che dovrebbe fare del turismo la sua fonte di ricchezza, così terribilmente indietro nell’offerta turistica, nonostante il calendario ci dica che siamo ormai agli inizi di luglio. “Qui è un disastro – ci racconta Giovanni Grosso, commerciante di Sangineto Lido, iscritto all’Ascom Cosenza – non viene più nessuno e il commercio è praticamente in ginocchio”.
“Bisognerebbe provvedere subito al ripascimento dell’arenile e a ridare un decoro alla passeggiata lungomare – gli fa eco Raffaele Pisciotti, cittadino di Sangineto, già segretario comunale e direttore generale di numerosi comuni rivieraschi del comprensorio e una vita spesa qui con la sua famiglia. “Per questo – aggiunge – vista l’importanza di questi investimenti potremmo far leva sull’Assessorato regionale ai Lavori pubblici attualmente retto dall’On. Pino Gentile, innamorato di Sangineto Lido”.
Un gruppo di cittadini, composto per lo più da commercianti, sta provando a mobilitarsi, a smuovere quelle coscienze critiche che ancora resistono per stimolare una rinascita di Sangineto. Il problema infatti ha risvolti nell’offerta turistica ma coinvolge l’intera cittadinanza durante l’intero anno
Dal castello del Principe e Villa Giunti (entrambi in abbandono ed in mano a privati di stanza a Roma) al lungomare passando per il letto del fiume, il comune denominatore è l’abbandono, del territorio, dell’ambiente, dei monumenti e la naturale conseguenza è il calo drastico, sensibilissimo delle presenze turistiche.
Cerchiamo allora di comprendere le cause reali di una situazione di questo genere? Trovare rimedi a tutto ciò è difficile, persino per un esperto di turismo ed enogastronomia d’eccellenza, Antonio Adalberto Munafò, già con incarichi in Regione durante le giunte Nisticò e Chiaravalloti e che pure per 5 anni, dal 1998 al 2003, ha operato nel territorio di Sangineto, risulterebbe difficile un immediato rilancio della località: “ciò che mi avete mostrato mi fa piangere il cuore – afferma Munafò – li il problema non è come per tante altre cittadine calabresi. Sangineto è, come avete visto, un caso particolare. Un gap strutturale di 20 anni da recuperare, vent’anni durante i quali la città è stata amministrata da due soli sindaci di cui il primo ha poi preso i voti ecclesiastici. Nessun investimento pubblico serio è mai più giunto da quelle parti, e purtroppo si vede. Si
aggiunga che il principale albergo della città l’hotel delle Stelle, il Castello del Principe, Villa Giunti, molti negozi e la maggior parte di tutti i terreni edificabili sono di proprietà di una sola famiglia di stanza a Roma che sostanzialmente ha terminato i suoi investimenti in quel territorio negli anni ’70” per proprie motivazioni. Il risultato di queste due realtà e quello che mi avete fatto vedere.