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Scalea :: Ancora polemiche sulla questione mare.

SCALEA :: 28/08/2009 :: Le giuste proteste di una moltitudine di villeggianti in ordine al mare sporco fin dallo scorso giugno hanno portato, per generosa concessione del sindaco di Scalea, alla costituzione di un comitato che non si capisce bene cosa dovrebbe fare. Anche questi signori si sono lasciati infinocchiare dalle parole e promesse di Mario Russo che, comunque, sembra lavarsene le mani, come se la questione non lo toccasse minimamente.

Con uguale cinismo l’altro giorno, in una intervista, ha detto che la colpa della scarsezza d’acqua potabile a Scalea è addirittura anche del sottoscritto che ha amministrato questo paese per poco più di due anni e circa vent’anni fa. Noi scaleoti siamo abituati a questo modo di fare di Mario Russo, cioè quello dell’incapacità e inefficienza, oltre a scansare le responsabilità amministrative facendole ricadere su altri. Non si tratta di polemiche locali ma è bene ricordare che dall’opposizione, nella primavera del 2006, proponemmo in consiglio comunale la costituzione di una consulta di tecnici e esperti tra i comuni della Valle del Lao per studiare e monitorare il fenomeno della sporcizia dell’acqua del mare e della verifica del funzionamento del depuratore di Scalea che in questi ultimi tre anni è stato sottoposto a sequestro due volte da parte dell’autorità giudiziaria e dalla polizia provinciale. E che, nonostante tutto, continua a mandare una puzza intollerante! È chiaro a tutti che i problemi di inquinamento non vengono solo da Scalea, ma la consulta di esperti avrebbe valutato ciò che il fiume Lao ogni giorno scarica nel mare di Scalea. Basta leggere il comunicato stampa del 18 luglio 2009 della Goletta Verde sulle criticità del mare calabrese per smentire chi cerca di sfuggire dalle proprie responsabilità facendo circolare la voce della mucillagine o a fantomatici sversamenti derivanti della produzione di cedro. Infatti il comunicato stampa, citando Scalea, afferma che il mare è “fortemente inquinato” alla foce Lao con “coliformi fecali, streptococchi e escherichia coli” in quantità molto superiore alla norma. Per dirla con parole chiare: nel mare di Scalea c’è merda, come sanno bene tutti gli sventurati che hanno scelto questo paese per trascorrere le vacanze. È davvero strano come non si sia ancora compreso che l’unico elemento di attrazione del nostro paese è il mare e che è indispensabile prevenire i guasti delle cattive gestioni e valorizzare il nostro litorale per renderlo accessibile a tutti generando una onesta fonte di ricchezza da parte degli operatori balneari che hanno vissuto la stagione estiva come le altre, cioè subendo i rimproveri e le proteste dei loro clienti bagnanti. Del resto, ha parlato molto chiaro l’assessore regionale all’ambiente quando ha tirato le orecchie ai sindaci colpevoli per non aver attinto ai 17 milioni di euro disponibili fin da gennaio presso il suo assessorato per tutti i problemi che riguardano la qualità dell’ambiente e del mare.  Anche la stessa amministrazione comunale di Scalea non si è mossa tempestivamente perchè solo in questi giorni ha dato il via libera ai lavori di manutenzione del depuratore pur avendo la disponibilità economica di 150 mila euro dal giugno scorso. Non si può fare a meno di riconoscere gli altri disagi derivanti dal cattivo odore proveniente dalla discarica comunale che la sera invade tutto il paese. Anche qui avevamo urlato che sarebbe stato un grave errore la realizzazione a Scalea di questo sito che, come paventavamo, è diventato l’immondezzaio di gran parte della provincia di Cosenza. Peraltro inutile dal momento che è già saturo e che presto riproporrà le stesse problematiche del passato per quanto riguarda i rifiuti urbani. Ma si sa, gli affari sono affari e il resto poco importa.

Alessandro Bergamo