SCALEA :: 24/02/2022 :: Il presidente del Consiglio Comunale di Scalea (Cs), Gaetano Bruno, interviene sull’Alta Velocità.
In data 15 febbraio, alle ore 17.00, presso la sede della Pro Loco di Scalea ubicata nella biblioteca comunale, su invito del Presidente del Consiglio comunale del comune di Scalea Gaetano Bruno, al fine di trattare il tema “Alta velocità ferroviaria Salerno-Reggio Calabria, come salvaguardare la fermata di Scalea” si sono riuniti:
- il sindaco di Scalea Giacomo Perrotta, il Vicesindaco Annalisa Alfano, l’Assessore all’Ambiente Davide Manco, i consiglieri Mariateresa Faillace, Francesca Vittorino e Gennarino Di Lorenzo
- i capigruppo in seno al consiglio comunale del gruppo Per Scalea Angelo Paravati e di Scalea Bene Comune Eugenio Orrico,
- Maurizio Cava in rappresentanza dell’associazione Scalea Futuro,
- Giorgio Delle Tasse rappresentante zonale della FIBA,
- Giuseppe Cardillo in rappresentanza dell’associazione Cara vecchia Scalea,
- Pino Giachetta in rappresentanza del circolo ACLI di Scalea,
- Fabrizia Arcuri portavoce territoriale IDM,
- Giancarlo di Bella in rappresentanza dell’associazione Insieme,
- Mimma Iannello per Federconsumatori,
- Carmelo Maiolino in rappresentanza dell’Associazione Confapi Turismo Cosenza,
- Antonio Pappattera in rappresentanza dell’Associazione la Scossa.
Ha presieduto la riunione il Presidente del consiglio comunale di Scalea Gaetano Bruno che ha così esordito: “Ci troviamo di fronte ad una sfida molto delicata perché si gioca su tavoli che hanno capacità e potere decisionale e che interrogheranno i territori, molto probabilmente solo per comunicare le decisioni già assunte cercando di convincere le popolazioni che erano le uniche e le migliori da prendere. Ovviamente noi che viviamo il territorio e ne conosciamo le dinamiche potremmo, e possiamo ancora, porre all’attenzione di RFI, Regione Calabria e Governo tutta una serie di considerazioni oggettive. E per questo che vi chiedo di affrontare questo incontro con un doveroso realismo che non può non farci constatare come il progetto di RFI preveda non soltanto un tracciato che sacrifica la fermata dei treni ad alta velocità nella città di Scalea ma tutta una serie di interventi che non vanno nella direzione dell’economicità del progetto, della sostenibilità ambientale e del rispetto delle esigenze delle popolazioni. Con altrettanto realismo invito tutti i presenti a contribuire con interventi che pongano sul tavolo questioni oggettive, dati numerici, leggi e regolamenti, finalizzate a redigere un dossier da portare all’attenzione di RFI e delle rappresentanze politico-istituzionali a tutti i livelli per manifestare con forza l’importanza dal punto di vista logistico, turistico, economico, sociale ed ambientale della fermata dei treni ad alta velocità nella stazione di Scalea. Si tratta di una riflessione seria ed importante che vede le forze politiche presenti in consiglio comunale pronte ad andare nella stessa direzione che è quella di evitare il totale isolamento del territorio della Riviera dei Cedri. Con questo spirito invito tutti a rappresentare, ciascuno per le proprie competenze specifiche e conoscenze della materia oggetto di questo confronto, i motivi a supporto del mantenimento della fermata dei treni ad alta velocità nella città di Scalea al fine di sottoporli in un unico documento a tutti gli attori istituzionali interessati a questo progetto e che su di esso hanno la possibilità di intervenire”.
Il Sindaco di Scalea Giacomo Perrotta ha ribadito che: “l’eventuale cancellazione della fermata dell’alta velocità nella stazione di Scalea costituirebbe un danno enorme per tutto il territorio. Condivido la proposta del Presidente del Consiglio di redigere un dossier da sottoporre all’attenzione del Ministero alle Infrastrutture e ad RFI. I numeri registrati a Scalea durante il periodo estivo sono maggiori a quelli registrati nella città di Paola. Da parte del Comune di Scalea la piena e totale disponibilità per accedere, anche tramite gli uffici ai dati che possano essere ritenuti utili al fine della redazione del dossier”.
Il consigliere Eugenio Orrico capogruppo di Scalea Bene Comune ha sottolineato che: “si tratta di una questione orografica e non politica. Il nostro gruppo assicura vicinanza all’Amministrazione per qualsiasi iniziativa e suggerisco di instaurare contatti diretti con RFI per i confronti del caso”.
Il consigliere Angelo Paravati capogruppo di Per Scalea ha detto: “bisogna focalizzare l’attenzione sul progetto evitando una diatriba con la vicina Praia che oggi sembra destinata ad ospitare la fermata. Bisogna offrire la forza dei numeri”.
L’associazione Cara Vecchia Scalea ha introdotto nel dibattito il riferimento alla direttiva CE del 2013 nella quale si fa riferimento alla necessità di attrezzare l’infrastruttura esistente. Considerando anche che il percorso previsto per portare la strada ferrata a Tarsia costituisce un prolungamento di 40 km del tracciato e che anche a livello costituzionale è stato introdotto il tema della salvaguardia ambientale come valore da difendere e tutelare, il progetto attuale deve essere necessariamente rivisto (direttive comunitarie Habitat che riguardano il bacino Imbrifero del fiume Lao e Abatemarco, nel rispetto del DPR 357 del 09/08/1997).
Sui lavori che si vorrebbero realizzare da parte di RFI – fanno presente dall’associazione Cara Vecchia Scalea – mancano ancora la Valutazione di Incidenza e di Impatto Ambientale, considerato che a ridosso del Parco del Pollino sussistono aree SIC e ZPS, oltre ad altri pareri relativi all’equilibrio idrogeologico del bacino Imbrifero dell’Abatemarco che ha sorgenti del cozzo del Pellegrino monte interessato da probabile traforo ferroviario.
Fabrizia Arcuri, portavoce nazionale di Italia del Meridione ha ricordato il lavoro svolto dall’assessore regionale Francesco Russo nella redazione del piano trasporti “di cui questo progetto non tiene assolutamente conto” e ha suggerito l’opportunità di instaurare un dialogo con lo stesso Russo per una consulenza di carattere tecnico e di coinvolgere sia il Parco del Pollino che il Parco della Sila direttamente interessati dai lavori previsti dal progetto di RFI.
Carmelo Maiolino in rappresentanza di Confapi Turismo ha posto l’accento sulla necessità di un’azione politica attraverso il coinvolgimento dei sindaci di tutta la costa tirrenica fino a Lamezia Terme.
Spett.le Amministrazione, a seguito dalla riunione da voi convocata il 15 febbraio u. s. desideriamo esprimere quanto segue. La linea emersa nel corso del dibattito è da ritenersi del tutto improduttiva, la proposta di mettere insieme i comuni fino a Lamezia Terme per opporsi alla costruzione del Lotto 2 Praia-Tarsia infatti non porterebbe alcun beneficio al nostro territorio. Questo orientamento non tiene conto del fatto che esso è stato progettato per raggiungere agevolmente, con un risparmio di 90 minuti, il versante jonico che oggi è una delle aree più disagiate d’Italia. L’ipotesi alternativa sarebbe quella di un tracciato diretto fra Lagonegro e Tarsia, che escluderebbe completamente l’area tirrenica dalla nuova direttrice. Preme altresì constatare l’assenza di un pensiero oggettivo e critico da parte di molti, i quali hanno basato i loro interventi non su quanto previsto nei progetti ma sulla base di ciò che hanno espresso Istituzioni e Associazioni cilentane, non tenendo minimamente conto delle differenze progettuali previste per i due territori. L’area costiera campana meridionale infatti sarà completamente bypassata, per questo da loro viene attuata una strategia diversa che fa leva sugli ambientalisti, nella nostra zona invece il nuovo tracciato attraverserà i comuni di Tortora, Praia a Mare, San Nicola Arcella, Scalea, Orsomarso, Verbicaro e presumibilmente anche Santa Domenica Talao. Proprio nel territorio di Scalea le due reti ferrate sorgerebbero ad una breve distanza, per questo l’intervento che bisogna prioritariamente richiedere è la previsione di una interconnessione. Successivamente, quando il progetto esecutivo sarà reso noto, si potranno valutare altre azioni. Le caratteristiche della Città di Torre Talao, prima fra tutte la posizione geografica che agevola l’accesso all’infrastruttura sia dai comuni costieri che da quelli montani, permetterebbero di attuare un sistema di intermodalità, concetto questo totalmente ignorato nel corso del dibattito dell’altra sera. Per tali ragioni riteniamo che non si debbano intraprendere azioni contro la realizzazione del Lotto 2 Praia-Tarsia. La nostra proposta dell’interconnessione invece è in linea con l’ipotesi progettuale e consentirebbe di eviterebbe il sorgere di guerre fra territori limitrofi. Ribadiamo quanto già detto in presenza e cioè che deve essere l’Amministrazione a mettere a disposizione fondi economici e risorse umane per la redazione di un dossier da inviare, al massimo entro 30 giorni, ad RFI. Questo è bene che venga visionato e condiviso con le Associazioni che già da tempo seguono attentamente la vicenda, ma deve essere formalizzato da tecnici. A tal proposito preme riportare quanto il citato Prof. Francesco Russo, personalità di spicco nel mondo dei trasporti e sostenitore del progetto per la realizzazione dell’AVL (Alta Velocità Large), ha dichiarato in un’intervista a Il Sole 24 ore il 5 maggio 2021 «l’upgrading ad alta velocità, o meglio a velocità più elevata – fino a 200 km/h- della linea tirrenica non apporterebbe benefici apprezzabili», sarebbero infatti solo 20 i minuti complessivamente risparmiati fra Roma e Reggio Calabria. In conclusione è doveroso ricordare che qualsiasi azione intrapresa con contenuti e modalità sbagliate, si rivelerebbe dannosa ed improduttiva non solo per Scalea ma per l’intero territorio. In attesa di un vostro celere e cortese risconto, si porgono cordiali saluti.
Antonio Pappaterra dell’Associazione La Scossa ha fatto notare come il nuovo tracciato interesserebbe anche il Parco Nazionale del Pollino andando in contrasto con la legge sulle aree naturali protette rafforzando la necessità di insistere sulle motivazioni di carattere etico-ambientale.
“In base a quanto emerso e secondo la mia riflessione si possono apportare immediate e conseguenziali risposte al Piano Alta Velocità e agli studi di fattibilità degli stessi, collegati al PNRR, sottoponendo agli stessi organi aziendali, insieme a quelli istituzionali, i quesiti dedotti e le responsabilità che ne derivano attraverso il dgls 394/91 (Legge quadro aree naturali protette).
In particolare l’art. 10 comma 3 lettera “b”, “c” ed “e” decreti del ministro Ambiente antecedenti e posteriori, fra cui il DM 425/87 che istituiva a sua tempo la Riserva Naturale Orientata delle Gole del Raganello (timpa S. Lorenzo , Civita e Bacino imbrifero del Dolcedorme mt 2140 slm), tratto interessato allo sfondamento per costruzioni da eventuali gallerie per Tarsia, ora inglobato al Parco Nazionale del Pollino con restrizioni speciali simili alla R.N.O. di Orsomarso a protezione speciale per presenza di biotopi e habitat capriolo autoctono.
Occorre evidenziare che l’art 10 comma 3 lettera “b” recita testualmente che è fatto divieto di aperture cave e miniere, quindi gallerie e esportare qualsiasi tipo di minerale nelle aree protette, nonché la lettera c recita testualmente che è vietato modificare il regime delle acque, anche sotterranee da cui dipendono persino le sorgenti del Lao – Mercure, essendo di natura carsico alla sorgente. La lettera “e” rafforza il divieto con il divieto di introduzione di qualsiasi mezzo di distruzione o di alterazione dei cicli Biologici, Geologici e chimici dell’area protetta.
La recente introduzione della tutela ambientale nella Costituzione Italiana rafforza tutti i provvedimenti di tutela ambientale e va in contraddizione con il Piano e gli studi di fattibilità che RFI vuole adottare per costruire l’alta velocità in Calabria. Voglio inoltre ribadire che un’eventuale deroga alla legge quadro in questione susciterebbe una mobilitazione grave nel territorio e sancirebbe il completo disgregamento del Parco Nazionale del Pollino, poiché verrebbero meno le fondamenta istituzionali sulla quale si sorregge e e si regolamenta come comunità Parco e tutti i comuni del Parco, che da anni supportano le politiche ambientali sul proprio territorio al costo di enormi sacrifici, ( mummificazione del tessuto rurale, abbandono del territorio ecc,) avrebbero la possibilità di chiedere l’uscita dal Parco stesso e persino l’abrogazione istituzionale con iniziative autonome.
Inoltre la questione comporterebbe un vero e proprio dibattito legislativo in merito, poiché verrebbe meno anche la potestà esecutiva del Ministro della Transizione Ecologica e di un ramo legislativo del Parlamento (la commissione Ambiente ad esempio), sottoponendo l’organo garante della Costituzione a redimere il vuoto che deriverebbe da una deroga alla legge quadro aree naturali protette e quindi al non rispetto della Costituzione Italiana.
Per raggiungere le finalità della riunione mi preme sottolineare la proposta di invio di una missiva ufficiale al Presidente del Parco Nazionale del Pollino, da parte dell’amministrazione comunale di Scalea, in cui si chiede se l’Ente Parco è a conoscenza della proposta di RFI per l’Alta Velocità e se ritengono che tale opera non vada ad impattare sugli equilibri geomorfologici e ambientali del Parco Stesso cosi come recita l’art. 10 dgls 394/91
Inoltre, per dare un significato Istituzionale forte alla comunicazione finalizzata alla sensibilizzazione di Istituzioni provinciali, regionali e nazionali, ed ai cittadini, proporrei all’amministrazione comunale di istituire una “commissione consiliare speciale aperta alle associazioni, alle forze politiche e sindacali, ad ai professionisti”, denominata magari “Alta Velocità Alto Tirreno Cosentino”. Allo scopo di agevolare l’apporto gratuito anche di professionisti e studiosi del settore dei trasporti e di redigere un’alternativa al Piano Proposto da RFI con determinazione e autorevolezza, supportando l’amministrazione comunale nell’azione di studio e sensibilizzazione anche delle altre amministrazioni comunali e degli altri enti”.
Mimma Iannello di Federconsumatori ha evidenziato l’importanza di un’opera così attesa per migliorare la mobilità della regione ed assicurare migliori collegamenti con il resto del Paese. Nello specifico, sottolineando le difficoltà ad intervenire su scelte avanzate nella definizione del percorso che sembrerebbero attestarsi su 6 lotti funzionali per un tragitto di 445 km ed un costo di circa 23 mld di euro, ha fatto riferimento alle diverse soluzioni inizialmente comprese nello studio di fattibilità di RFI e che, probabilmente, il tracciato Praia/Tarsia portato all’attenzione del dibattito, ha come scopo il risparmio sull’opera e l’obiettivo di intercettare l’utenza dell’entroterra cosentino. Obiettivi che perseguibili anche solo collegando direttamente l’area interna al punto di collegamento dell’AV di Tarsia a Metaponto sul versante jonico e con minore impatto ambientale. La velocità massima che viene indicata nello studio di fattibilità di RFI raggiungerebbe di fatto i 200km/h contro la media del centro Nord di 300 Km/h ciò a conferma che la Calabria non avrà l’attesa Alta velocità/Alta capacità (AVAC) ma solo una velocizzazione della rete (AVR), ciò ancor più se si considera la pendenza del 18% che dovrà affrontare il tracciato di rete nel tragitto Praia/Tarsia di 58 km (percorso complessivo di 445 km di cui 278 in Calabria) dove è previsto un lungo traforo della montagna per circa 30 KM, il tutto con relativo allungamento dei tempi di realizzazione e un impatto ambientale significativo considerato che dovrà attraversare il territorio del Parco del Pollino e superare i rischi sismici e idrogeologici. La scelta della fermata a Praia è giustificata probabilmente da RFI dalla necessità di ridurre i costi dell’opera e facilitare i lavori senza bloccare il traffico tirrenico. In attesa di conoscere il Progetto esecutivo di RFI e di sapere il destino che subirà il traffico ferroviario sulla rete ferroviaria tirrenica che rischia di essere declassificata a rete regionale, sarà necessario attenzionare i rischi di un congestionamento del traffico su gomma verso la fermata di Praia, con picchi rilevanti nel periodo estivo sulla SS18 e con relativi danni di carattere ambientale, di costi e disagio per i viaggiatori che devono raggiungere le destinazioni sulla costa, atteso che dev’essere sempre assicurata la continuità del viaggio. A Scalea stante lo studio di fattibilità dell’AV Salerno-Reggio Calabria dovrebbe invece realizzarsi il potenziamento della SSE (Stazione Elettrica). Per incidere sulle scelte che si vanno a concretizzare facendo valere il buon senso e non fattori campanilistici, è necessario il coinvolgimento e l’alleanza istituzionale – ha detto Iannello – a livello locale, regionale e nazionale per realizzare un’opera così attesa su cui si concentrano numerosi interessi. Obiettivo complesso che però non impedisce di evidenziare le incongruità del Progetto in campo. Ogni risorsa del PNRR dev’essere spesa al meglio valutando ogni ricaduta logistica, sociale, occupazionale e ambientale ma soprattutto, offrendo ai territori della Calabria la migliore soluzione possibile ed utile per ridurre i tempi e per cogliere la domanda di viaggio di ogni area della Calabria. In particolare, interpretando i bisogni di un territorio a forte vocazione turistica che trova già, nella stazione di Scalea, la fermata di riferimento dell’intera costa, attestandosi fra le stazioni con più alta incidenza di traffico passeggeri Nord/Sud ma che rischia, se non valutate le varie opzioni e ricadute, di vedere trasferita la domanda di mobilità dal ferro alla gomma.
Il Vicesindaco del comune di Scalea Annalisa Alfano ha posto la questione come una vera e propria battaglia sociale per evitare l’ulteriore impoverimento del territorio dal punto di vista economico e anche demografico ricordando come già da anni si discute di un progetto che possa migliorare i collegamenti ferroviari sull’alto Tirreno cosentino tramite una metropolitana leggere, progetto presentato da IDM, fatto proprio dai comuni della costa con atti di giunta e approvato di recente anche dalla Provincia di Cosenza.
Nessuna considerazione espressa da Maurizio Cava in rappresentanza dell’associazione Scalea Futuro, e Pino Giachetta in rappresentanza del circolo ACLI di Scalea che successivamente hanno fatto pervenire un documento a loro firma e controfirmato anche da Nicola Biondi per l’associazione Noi per il territorio e Ettore Durante come rappresentante di Area dell’Associazione SVIMAR.
In chiusura di incontro il Presidente del Consiglio comunale di Scalea Gaetano Bruno ha sintetizzato le azioni da mettere in campo: stabilire un contatti diretto con il professor Francesco Russo, già assessore regionale ai trasporti per una consulenza sul tema; stilare e inviare una relazione del presente incontro ai comuni costieri e invitarli a sottoscriverlo formalmente attraverso un atto di giunta o di consiglio; redigere il dossier da sottoporre all’attenzione di RFI, Regione Calabria e Governo.
Con il consenso circa le azioni da mettere in campo da parte delle rappresentanze presenti, alle 18.30 la riunione si conclude.