Scalea :: La Scossa: per l’Enav la pista di Scalea non esiste e non è nemmeno menzionata.
Scendendo nei particolari che ricadono sugli aspetti della mancata crescita dell'infrastruttura occorre evidenziare, prima di tutto, la quotidianità. A quanto pare dal 1 gennaio 2008, le due ditte che lavorano nell'avio superficie di Scalea, la Idroscalo Napoli e l'Air Policastro, sarebbero fuori norma e occuperebbero la struttura abusivamente: in pratica, da oltre due anni, legalmente non esiste nessun concessionario della struttura, perché il comune di Scalea non ha rinnovato concessioni. Quindi tutti gli aerei che arrivano e atterrano nell'avio superficie non sono garantiti a norma delle procedure di sicurezza e se succedesse qualcosa le responsabilità legali ricadrebbero completamente sul primo cittadino. Inoltre, sottolineando gli aspetti delle responsabilità sull'opera pubblica, che ricadono completamente sul comune di Scalea da oltre 4 anni, essendo la struttura concessa precedentemente a titolo gratuito alla Idroscalo Napoli, gli oneri di manutenzione dell'avio superficie sarebbero tutti a carico dei cittadini contribuenti. Infatti, le spese di corrente, escludendo quelle dell'impianto di acqua potabile che non esiste sin dalla nascita dell'avio superficie, probabilmente si aggirano a 3000 Euro al mese e sono pagate dall'Ente. Ci sono anche altri aspetti da considerare in più, mettendo in conto che dopo 23.000.000.000 di vecchie lire per costruire la pista, più i costi di manutenzione che si aggirano sui 30.000 Euro l'anno, ancora sussistono enormi handicap strutturali nell'impianto. Alla voce “prospettive per la struttura” emergono domande che non hanno riscontro in risposte chiare ed esaudenti. La ditta Air Policastro sarebbe titolare, all'interno dell'aviosuperfice, di due concessioni d'area a titolo gratuito per 25 anni. Una relativa all'area dove avrebbe costruito un Angar per gli aerei in sosta, l'altra, invece, riguarda il deposito carburanti, del quale la stessa ditta non ha licenza per vendere al pubblico. Per questo motivo è lecito chiedersi come mai, essendo la stessa ditta sprovvista di concessione di utilizzo della struttura, il comune di Scalea concede gratuitamente aree dell'avio superficie alla ditta in questione e come mai le ditte si fanno pagare i servizi senza rendicontare niente al bilancio comunale, visto che la proprietà è pubblica? Occorre sottolineare, fra l'altro, che sussistono irregolarità anche sulla pista di atterraggio. Le scuole di volo istituite dalle ditte ex-concessionarie ancora in attività, sia per ottenere licenze PPL, che per il volo diporto sportivo, atterrano con il loro aereo in una pista non a norma di legge per la sicurezza. Per esercitare le esercitazioni di volo la legge afferma che l'area di atterraggio deve essere completamente recintata e la pista di Scalea, in realtà, non possiede questi requisiti. A seguito delle ultime alluvioni del fiume Lao, essendo la stessa pista costruita sui margini dell'alveo fluviale, le recinzioni e il muro d'argine sono cadute e portate vie dalle piene, lasciando così intravedere, oltre agli handicap strutturali, molta leggerezza gestionale, perché senza recinzione la pista non possiede requisiti di sicurezza. In più, pare che la pista, al di là dei requisiti sulla sicurezza, non abbia certificazione Enac per trasporto pubblico dei passeggeri, ne esiste traccia di una pista d'atterraggio a Scalea nelle cartine Enav, l'ente per l'aviazione generale che si occupa di segnalare e certificare piste d'atterraggio nel territorio nazionale, e quindi di fatto, nel settore, l'avio superficie di Scalea non è menzionata ed è come non esistesse.
Antonio Pappaterra