Scalea :: La visita di Matteo Renzi e l’apertura di Piazza Caloprese salveranno Scalea?
Di Nando Manco
SCALEA :: 25/03/2014 :: Nel corso dell’intero mese di marzo 2014, a livello locale, non si è parlato altro che della ventilata apertura al traffico di Piazza Caloprese e della visita del Presidente del Consiglio Matteo Renzi alla nostra comunità. Alcuni concittadini, in larga parte commercianti, che operano nella sopramenzionata Piazza, sono convinti che, potendo utilizzare i mezzi in quello “slargo”, risolveranno tutti i loro problemi economici e quelli… del mondo! Un esempio per tutti riguarda la crisi di introiti (prezzo al litro troppo alto rispetto alla concorrenza) che ha coinvolto il mastodontico distributore di carburanti (1) che ricade, per l’appunto, proprio a ridosso dell’isola pedonale.
Se la stragrande schiera dei proprietari di mezzi a motore preferisce, anche perdendo tempo prezioso e facendo chilometri in più, recarsi presso le stazioni di carburante che si trovano sulla S.S. 18, un motivo ci sarà… e probabilmente è il risparmio!
Cerchiamo allora di essere seri, di non nasconderci dietro un dito e di parlare di cose sensate che abbiano fondamento: il vero problema, per la zona, in particolar modo in estate, è rappresentato dall’ingorgo, o dal fermo-traffico e/o dallo smog che provoca quella enorme area di rifornimento che è ubicata nei pressi dei tre più importanti palazzi cittadini, ai piedi del Centro storico (in via eccezionale, volendo evitare la disinstallazione totale, potrebbe essere l’impianto, quanto meno, ridimensionato nella parte sud, quella appunto a ridosso dell’area pedonalizzata).
La Piazza, purtroppo, è rimasta un’opera monca, troppo “corta” e senza bretelle che avrebbero certamente meglio veicolato il traffico cittadino che, da tre anni e mezzo, con la cervellotica segnaletica voluta dall’ex amministrazione Basile, ha avuto il… colpo di grazia e non si è realizzata quella che doveva diventare l’agorà degli scaleoti, dei turisti e degli abitanti del circondario.
Con questa riflessione, è da sottolineare che, nei piani dell’amministrazione Russo (2000-2010), la passeggiata andava allungata e resa più fruibile con l’ausilio delle strade-bretelle, pensate e mai realizzate, che dovevano correre di fianco (lato mare e monte). Però, come succede da decenni, le “opere” a Scalea vengono lasciate a metà. Questa è la vera maledizione: la incapacità amministrativa che perseguita la città di Torre Talao, in modo incredibile, da lunghi decenni.
E poi, in questo momento di grave difficoltà per le casse comunali, non si capisce dove dovrebbero essere reperiti i soldi per trasformare il sito in strada di passaggio (a questo punto andrebbero rimosse anche le mattonelle non adatte, a detta dell’ing. Felice Adrianopoli, al traffico a motore), con l’ausilio di dissuasori, relativa messa in sicurezza per i pedoni (i marciapiedi sono stati abbattuti in occasione del rifacimento della Piazza) e segnaletica. Quindi una soluzione del genere appare al momento (sentiti anche i pareri tecnici del progettista comunale arch. Giampietro D’Alessandro e del comandante della Polizia locale Adriano Serra) di non facile attuazione.
Per concludere l’argomento spinoso che riguarda l’area pedonale cittadina, possiamo affermare, con grande convinzione, serietà, determinazione e serenità, che il destino di Scalea mai come adesso è legato a due grandi nodi che da decenni affliggono l’ambiente architettonico-monumentale e la grande bellezza cittadina: l’area occupata in modo estremamente invasivo dal distributore Eni, incastonato nella parte bassa dell’antico borgo, e l’ex “bar ristoro” (2) (dismesso da anni e che svilisce uno dei posti più belli di Scalea), situato a ridosso di quella Torre Talao che resta il simbolo cittadino, con il suo millenario scoglio.
Nel 2014, quando si ragiona di ambiente da salvare e di aree da bonificare e ripulire, nello specifico, trattandosi queste di cui ci stiamo occupando di zone sottoposte a vincoli paesaggistici, un provvedimento drastico deve essere assunto nell’immediato. Se non si darà inizio ad un’opera di sgombero, di bonifica concreta e risolutiva, non si potrà mai parlare di svolta, nonché di città proiettata nel futuro.
Una ultima parentesi va ancora aperta, per chiedere lumi a proposito della scultura (3) (oltre 100 chili di bronzo) del noto artista Fumasi, raffigurante “Scalea in espansione”, rimossa in occasione dei lavori della Piazza dedicata al grande filosofo e medico scaleota e, come la famosa e bellissima fontana dei leoni risalente alla prima metà dello scorso secolo, sparita nel nulla e poi ritrovata nell’immondezzaio dell’epoca, in via Fiume Lao, dove attualmente si svolge il mercato settimanale della frutta e dei generi alimentari.
Alla ditta che di recente ha eseguito i lavori di pavimentazione e di rifacimento, si chiede ufficialmente, attraverso le colonne del nostro giornale, di far sapere dove è finita la scultura e a chi è stata consegnata, dopo interpelleremo il forum delle associazioni cittadine, presieduto dallo stimato parroco don Giacomo Benvenuto, perchè si faccia portavoce, presso la commissaria Maria Teresa Cucinotta, denunciando ufficialmente le eventuali responsabilità.
L’arrivo del Presidente Renzi a Scalea, in data 26 marzo 2014, in questo frangente, appare, a sommesso avviso, inopportuno e fuori luogo, perché sarà come buttare… benzina sul fuoco, se il motivo ed il tema della “discesa” saranno, rimarranno e ricalcheranno unicamente la parola “mafia”, che l’intera e onesta popolazione di Scalea, di sane tradizioni, rifiuta categoricamente.
Una comunità che vive di turismo, con una propaganda deleteria di tale portata, può solo rimetterci. L’incontro, voluto fortemente dal Pd più vicino a Matteo Renzi, è certamente un motivo in più per fare campagna elettorale sulle spalle del povero popolo scaleota, abbandonato a questo ignobile ed immeritato destino.
Il governo centrale, in questa sfortunata logica, invece di speculare su e con discutibili operazioni elettoralistiche, dovrebbe fare il possibile per dare una mano alla comunità scaleota, per cercare di farla uscire al più presto da queste tremende sabbie mobili che l’hanno affossata ed etichettata per quello che non è e non è mai stata. Il manifesto che annuncia l’arrivo del giovane neo Presidente del Consiglio, sostenuto, com’è da tutti risaputo, da una coalizione politica di destra e di sinistra, evidenzia insieme al nome e cognome, Matteo Renzi, lo stemma del Pd.
Siamo dell’avviso che nel manifesto andava messa in risalto, oltre al nome e cognome del Presidente del Consiglio, la visita presso gli edifici scolastici di via Plinio il Vecchio che, come tanti altri stabili della Calabria e del capoluogo di provincia, Cosenza, vedi dossier della seguitissima trasmissione TV7 riportato da RAI 1, in occasione dell’arrivo della Primavera, hanno bisogno continuo di lavori di manutenzione.
Il Presidente del Consiglio, che è Presidente di tutti, e, soprattutto, la sua nutrita segreteria, non possono e non devono permettere strumentalizzazioni di sorta alle e sulle loro spalle: la frase riportata sul discusso manifesto, “per dire no alla ‘ndrangheta”, più che a Scalea, forse, si sarebbe potuta e dovuta utilizzare per altre e ben note località calabresi, famose, soprattutto, per atti legati alla criminalità organizzata.
Scalea, lo vogliamo ancora ricordare e rimarcare, ha bisogno di un rilancio turistico ed economico che dovrà partire dalla base e, soprattutto, dal Governo Centrale, attraverso campagne pubblicitarie degne del suo nome che va riportato, al più presto, nell’olimpo delle città turistiche e di arte più gettonate in campo nazionale ed internazionale.