STRONGOLI :: 22/06/2022 :: La trentaduenne, Ilaria Colombraro, ha appena conseguito la laurea magistrale in economia aziendale e management all’Università della Calabria, discutendo una tesi dal titolo “Sicurezza sul lavoro, infortuni e morti bianche: il caso di Luana D’Orazio”. Il giorno della laurea, la madre della sfortunatissima Luana, Emma Marrazzo, le ha messo la corona d’alloro in testa.
Il retroscena è che Ilaria è la nipote di Emma Marrazzo e, pertanto, era cugina di Luana, la ragazza, ventiduenne, che lavorava come operaia presso un’azienda tessile, a Oste di Montemurlo, quando, il 3 maggio 2021, rimase impigliata alla staffa di un orditoio per poi essere trascinata nella “bocca” del macchinario, morendo nel giro di pochi secondi.
«L’anno scorso, considerato che mi mancavano pochi esami per la laurea, avevo dato indicazioni su un titolo provvisorio della tesi, incentrato sul capitale umano e i giovani. Dopo la tragedia ho virato subito su questo caso, aiutata e sostenuta dal professore Pietro Iaquinta», racconta la neo dottoressa Ilaria.
«Io e Luana – aggiunge – ci volevamo molto bene, sono stata anche la madrina della sua cresima, lei è diventata un simbolo delle sofferenze di tanti lavoratori che continuano a rischiare la vita sul lavoro, la sua storia ha toccato tutto il Paese, ho ritenuto opportuno che anche a livello accademico si diffondesse la cultura della sicurezza».
Dalla sua tesi emergono dati molto critici e allarmanti in merito alle morti e agli infortuni sul lavoro. L’Italia raccontata dai numeri appare sempre più insicura. Il rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa descrive quella che è un’emergenza.
«Azzerare le morti sul lavoro – a parere dell’ex tesista – è impossibile, ma diminuirle è un dovere. Ci sono pochi controlli e c’è poca deterrenza. Se nessuno si fa sentire le cose non cambieranno, io mi farò sentire con tutti i mezzi, che ho». Nel caso di Luana, il drammatico incidente non sarebbe avvenuto se la saracinesca di protezione fosse stata in funzione. Secondo il consulente, incaricato dalla Procura, l’orditoio fu, molto probabilmente, modificato attraverso la manomissione di un cavo elettrico.
«La sciagurata scelta di abbattere i tempi di produzione, stando a queste ricostruzioni, è costata la vita a mia cugina», si duole Ilaria, che ha voluto che sul frontespizio della tesi fosse apposta una copertina con una stupenda foto di Luana. Il lavoro di ricerca, conclusivo del suo percorso universitario, le è valso un 104, come voto di laurea. La dedica alla cugina, che non c’è più, è una strofa della canzone “Hai delle isole negli occhi” di Tiziano Ferro. «Nel silenzio guardo le anime che passano. E di queste anime tu sei la più speciale. Perché sorridi anche inseguita dal dolore». Tiziano Ferro era il cantante preferito di Luana.