Vibo Valentia :: Pippo Callipo risponde al grido d'allarme di Confartigianato.
Stringe il cuore sentire che, ogni giorno, decine e decine di piccoli imprenditori calabresi, che sono l’ossatura produttiva del sistema, si presentano agli sportelli dell’associazione con le lacrime agli occhi e lamentano di non avere più nulla. Io credo che i problemi del Paese siano questi e non le leggi ad personam. E’ un allarme da considerare con scrupolo, quello dei piccoli imprenditori in sofferenza, perché se nel Paese qualche segnale di ripresa si avverte, in Calabria, come giustamente si segnala, di crisi si muore. Le difficoltà delle imprese e degli artigiani che, nonostante tutto, resistono a una crisi devastante, sono gravissime e se non si individuano rimedi per dar loro il sollievo necessario in Calabria, per come si stanno mettendo le cose, rischiamo qualcosa di più che una guerra civile mediatica. Ho grande rispetto per le defaillance segnalate dalla Confartigianato, specie quando si denuncia la presenza di una burocrazia “estorsiva”, che anziché aiutare le piccole imprese le affossa, e l’atteggiamento ostile o indifferente dello Stato, perciò rabbrividisco se penso a come perde il suo tempo la politica calabrese. Dovrebbe iniziare a fare i conti con i problemi della gente onesta, che in Calabria per sopravvivere dignitosamente lotta contro tutto e contro tutti, ed essere un interlocutore forte a Roma per ottenere risultati concreti, piuttosto che trastullarsi con “primarie” e lotte di potere interne agli apparati e alla nomenclatura. In queste ultime settimane, poi, avverto che alcune forze politiche sembrano affascinate dai programmi, come se i programmi e non le persone in carne ed ossa potessero cambiare le cose. Il centrosinistra nel 2005 si diede un programma dai nobili propositi, ma poi l’ha buttato chissà in quale cestino. Io credo più semplicemente che la politica in Calabria se vuole essere credibile e avere cognizione reale dei problemi da cui partire per indicare le soluzioni, deve tornare tra la gente e non arroccarsi nei Palazzi circondata da signorsì, portaborse e consulenti ”.