“Virus e democrazia” di Enrico Esposito
di Enrico Esposito
La Cina merita davvero un grande plauso per come ha gestito la tremenda crisi della pandemia-coronavirus. Detto questo inquieta non poco sentire e leggere commenti di plauso al regime del grande paese asiatico.
Si arriva persino ad affermare che proprio quel regime, autoritario e illiberale, avrebbe consentito di fermare la diffusione del virus, in quanto tutti i cinesi hanno obbedito ciecamente e disciplinatamente al governo, evitando così ritardi e titubanze. I regimi democratici, come l’Italia, invece stentano a convincere i cittadini a seguire le direttive in maniera sanitaria, da un lato perché sono sempre esposti al controllo dell’opposizione, sempre pronta ad approfittare della minima defaillance pur di far cadere il governo, dall’altro qualsiasi decisione viene adottata dopo laboriose trattative tra i partiti di maggioranza, non sempre concordi soprattutto in materia di politica sanitaria.
Intanto, se si potesse mai dialogare con gli assolutisti da testiera, che si ritengono sempre e comunque padroni indiscussi della verità, ci sarebbe da osservare che i cinesi tengono alla loro salute, come qualsiasi altro abitante della terra, a prescindere dal regime politico; allo stesso modo si potrebbe far notare che paesi democratici, vedi la Corea del Sud e il nostro stesso paese, hanno ottenuto risultati se non paragonabili quanto meno avvicinabili a quelli della Cina, senza dimenticare che il virus, quale che sia, non guarda in faccia alla natura dei regime dei vari paesi. Ma non si dovrebbe dimenticare poi che quella che viene chiamata disciplina o obbedienza è solo senso civico, che in Italia almeno è molto attenuato da qualche tempo.
Nel Bel Paese non manca chi grida al complotto, per cui la pandemia sarebbe il risultato di un diabolico piano di misteriose potenze, interessate a destabilizzare il pianeta terra: siamo troppi a questo mondo e sfoltire un po’ la popolazione sarebbe utile a chi rimane vivo nello sfruttamento delle scarse risorse naturali ancora a disposizione. Un malthusianesimo d’accatto, che tuttavia rischia di guadagnare consensi nell’opinione pubblica mondiale. L’ipotesi del complotto non regge, non fosse altro perché non si saprebbe come spiegare gli aiuti internazionali di cui si ha notizia, anche per quanto riguarda l’Italia.
E’ angosciante invece la richiesta di una maggiore efficacia dei provvedimenti di governo, ricorrendo all’esercito o ad altri non meglio precisati interventi coercitivi. Si corre il pericolo di aggregare consenso all’idea che le garanzie costituzionali vengano messe da parte, anche se si spera solo per il momento. Ma non c’è nessuno in grado di fare previsioni sulla durata effettiva di questo momento. In ogni caso l’osservanza dei divieti resta per ora preminente su qualsiasi altra considerazione, per senso civico e per istinto di conservazione.